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Diritti Tv Serie A 2018 - 2021, situazione in stallo. Minoranza blocca risoluzione MediaPro

Diritti Tv Serie A 2018 - 2021, situazione in stallo. Minoranza blocca risoluzione MediaPro

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Fonte: Ansa

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  giovedì, 24 maggio 2018

Diritti Tv Serie A 2018 - 2021, situazione in stallo, minoranza blocca risoluzione MediaProLa maggioranza e' contro Mediapro ma, alla luce dei quorum, la minoranza blocca la risoluzione del contratto. Regna sempre lo stallo nella Lega Serie A che, dopo una notte di riflessioni, alle 8.15 del mattino si e' di nuovo riunita in assemblea per mettere ai voti la fine del rapporto con gli spagnoli, ma la delibera non e' passata, come nella convulsa riunione di ieri. Questa volta non per uno ma due voti. È immutata la spaccatura, le trattative proseguiranno dietro le quinte ma non e' chiaro come può essere ricomposta entro lunedi', quando i 17 club (i retrocessi non votano sulla materia) si riuniranno nuovamente. Prima o poi potrebbe decollare la terza via: la risoluzione consensuale con Mediapro del contratto da 1,05 miliardi di euro all'anno per rivendere i diritti tv da intermediario indipendente.

Gli spagnoli rinuncerebbero a fare causa alla Lega, la Lega tornerebbe titolare dei diritti e aprirebbe 'due forni', per trattare con il gruppo guidato da Jaume Roures e con Sky. I negoziati non sarebbero semplici e rapidi (gli spagnoli hanno già versato 64 milioni di euro di caparra), ma alcuni club spingono in questa direzione per uscire dallo stallo senza perdere soldi. Intanto oggi si e' votato con due informazioni in più. Il parere legale del consulente della Lega, prof. Alberto Toffoletto, secondo cui «le difformità sono di natura, quantità e importanza tali da rimuovere qualsivoglia dubbio rispetto alla piena legittimità della risoluzione del contratto» con Mediapro, inadempiente per non aver presentato la fideiussione. E la comunicazione inviata nella notte dagli spagnoli alla Lega, che domani si riunirà il cda della controllante Imagina, per deliberare il versamento entro lunedi' di 186 milioni di euro, non più come anticipo ma a integrazione ai 64 milioni, da intendersi come garanzia. Fra qualche settimana Mediapro (che il 7 giugno avrà l'esito del reclamo al Tribunale sul bando e non demorde sul canale tematico) conta di mettere a garanzia il patrimonio netto del gruppo dopo l'ingresso dei cinesi di Orient Hontai, versando la prima rata da 200 milioni a luglio.

Non e' solo una questione giuridica ed economica. Lo scontro e' anche politico. Dopo due ore di assemblea la maggioranza si e' espressa per chiudere la porta a Mediapro: 10 club fra cui i big (Juve, Roma, Fiorentina, Napoli, Inter, Samp, Sassuolo, Spal, Atalanta, e Bologna) decisi a riaprire i discorsi con Sky, a sua volta pronta a «un'offerta importante». Ma non sono abbastanza, il quorum e' 12. Due club erano assenti, il Chievo uscito al momento del voto, e la Lazio. Lotito ha spinto per il rinvio a lunedi', richiesto dalle cinque società astenute, Cagliari, Torino, Udinese, Milan e Genoa (ieri era per la risoluzione), che fanno barricate: non vogliono incassare meno e temono di perdere potere negoziale. È forte il disappunto del presidente designato, Gaetano Micciché, e del commissario, Giovanni Malagò, secondo cui finora Mediapro non si e' dimostrato un partner affidabile e nuoce alla Lega indugiare. «Prima si decide e meglio e' - ha chiarito Malagò -. È una decisione complicata, però col passare dei giorni alla complicazione si aggiunge il peso della responsabilità». Lunedi' i club saranno di nuovo di fronte al bivio, ma non e' detto che sia la giornata decisiva. Intanto la Serie A potrebbe perdere il title sponsor Tim.

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