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Sangiorgi: 'Come funzionerà il nuovo Qualitel'

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Fonte: L'Opinione

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Televisione
  martedì, 10 luglio 2007

L'alternativa alla dittatura dell'Auditel è realtà. Dopo sette anni nelle vesti di commissario Agcom e uno in quelle di consigliere del ministro delle Comunicazioni, Giuseppe Sangiorgi si appresta a insediarsi nel suo nuovo ruolo di presidente del comitato scientifico che in un semestre darà vita a quel “sistema di misurazione degli obiettivi di programmazione e dell'offerta Rai" che lui stesso non esita a chiamare “Qualitelâ€Â, ovvero quella specie di Atlantide o di Eldorado che da tanti anni si vagheggiava senza che nessuno l'avesse vista e che ha cominciato a prendere consistenza con il recente contratto di servizio tra Ministero e Rai, in buona parte redatto dallo stesso Sangiorgi.

Il comitato incaricato di fare il miracolo sarà composto da sei membri: tre nominati dalla Rai (il sociologo Mario Abis, il professor Giorgio Marbach, l'ex dirigente Rai Piero Zucchelli), uno dal Cnu, il Consiglio Nazionale degli Utenti (Remigio Del Grosso), uno dall'Authority delle Comunicazioni (il regista e attore Gabriele Lavia), oltre al presidente (Sangiorgi, appunto), designato dal ministero.

Che tempi si è dato il comitato scientifico del Qualitel?
Il ministro firma il decreto in queste ore. Io sto già contattando gli altri cinque membri del comitato per proporre loro una riunione da fare la prossima settimana. Abbiamo un tempo ridotto davanti a noi, perché sei mesi sono pochi e il lavoro è enorme, ma io vorrei in questo scorcio di luglio impostare il programma, in modo da mandare avanti anche ad agosto quello che è possibile fare.

Da commissario dell'Authority aveva già affrontato questi temi?
In quella veste mi sono occupato dell'Auditel e, fra l'altro, feci un piano, che è stato poi adottato dall'attuale consiglio dell'Agcom, per rinforzare le garanzie della veridicità dei dati e per proporre una composizione del panel che tenesse conto di alcune caratteristiche sociologice del paese, in modo che il giudizio dell'Auditel avesse in nuce anche un elemento qualitativo o di gradimento. Ma l'Auditel è bene che venga restituita alla sua funzione di metro degli ascolti in base ai quali vengono fatti i contratti pubblicitari. Che a fianco a questo, specie per l'emittenza pubblica, ci sia una necessità assoluta di una verifica della qualità del prodotto, però, va da sé e per la prima volta questo contratto di servizio, che ho contribuito a redigere, lo pone con chiarezza analitica.

Che risultati vi aspettate dal Qualitel?
Se questa operazione vale come monitoraggio misurazione della qualità, è importante che a monte diventi invece un orientamento editoriale: i direttori delle reti e i produttori che si accingono a confezionare programmi per la Rai si devono porre problema non solo di grandi ascolti, ma anche di qualità degli ascolti. Se si innesta un circolo virtuoso, per cui le produzioni, sapendo che c'è il Qualitel, dall'inizio scelgono i soggetti e i testi in un certo modo, questo diventa un passaggio molto importante e significativo.

Se una rete o un programma avrà un indice Qualitel basso sono previste sanzioni?
Noi non bocceremo nessuno, quella semmai è una misura successiva. Si terrà conto di come la gente ha valutato dal punto di vista qualitativo quel programma. La valutazione fatta dalla gente servirà per orientare le produzioni successive. Siamo all'inizio di un percorso molto importante e complesso, che avrà del tempo per essere testato e si muoverà su un doppio binario: un sistema di rilevamento tradizionale, "face to face", e un sistema via internet, che avrà una rapidità molto maggiore del primo, che va fatto necessariamente il giorno dopo. Vedremo poi quanto i risultati dell'indagine "face to face" e quelli via internet coincidono, se ognuno valida l'altro o no. Ci vorrà un periodo di tempo per testare queste cose e per avere un sistema di rilevamento che abbia una garanzia di sicurezza. Il panel dovrà rappresentare l'intera popolazione ed è una cosa nient'affatto semplice e indolore dal punto di vista economico per la Rai.

Le rilevazioni saranno fatte da una società esterna?
Certo. La Rai dovrà scegliere una società alla quale, avendo il comitato scientifico scritto una sorta di capitolato, in piena autonomia delegherà il compito di metterlo in pratica. Sarà l'Osservatorio di Pavia, la società X, la società Y? Questo lo vedrà la Rai. Certamente la società prescelta dovrà avere tutte le caratteristiche per fornire alla Rai con la periodicità richiesta questo servizio.

Che ne sarà del comitato dopo questi sei mesi di lavoro?
Il comitato scientifico ha il compito di verificare i risultati. Nei primi sei mesi lo sforzo immane è di metter su il sistema di monitoraggio. Ci sarà poi un perido successivo che servirà a fare le verifiche, a testare, a sperimentare, a controllare, a modificare sulla base dell'esperienza e dei primi risultati. Nell'arco di sei mesi si conclude la fase ideativa, ma poi la fase realizzativa durerà necessariemente più a lungo.

Quale sarà la sede del comitato?
E' la Rai che deve logisticamente assicurarci il dovuto: una segreteria tecnica, dei luoghi dove riunirci. Anche perché le riunioni saranno molte e noi procederemo a una serie di audizioni, innanzi tutto dei dirigenti e dei soggetti più coinvolti della Rai, dei direttori delle reti, dei grandi protagonisti dello spettacolo italiano che hanno vissuto alla Rai. Sarà una fase iniziale di audizione per individuare anche con loro i criteri più giusti per portare avanti tutto questo progetto di monitoraggio di qualità.

Tra i membri del comitato sorprende la scelta che Calabrò ha fatto ricadere su Lavia, uno che di tv non ne ha fatta moltissima...
È un intellettuale, un uomo di spettacolo, un uomo colto, ha una forte sensibilità. Credo che sarà una delle esperienze più originali, da affiancare alle altre, che sono tipicamente di tipo scientifico-tecnico-statistico. Complessivamente la commissione ha tutte le corde necessarie, in termini di esperienze e di competenza, per produrre un ottimo risultato.

Francesco Lenar
per "L'Opinione"

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