Sorpresa: il 2007 non è più l'annus horribilis della pubblicità , «la raccolta è tornata a crescere». E il segnale che fa ben sperare anche per l'economia arriva come sempre dalla televisione. Porta «buone notizie» Giuliano Adreani, amministratore delegato di Mediaset e gran capo di Publitalia, la prima concessionaria europea.
La ripresa della pubblicità in tv, dice il manager romano approdato nel gruppo Berlusconi nei primi '90 dopo trent'anni di lavoro in Rai, alla Sipra, porta con sé «la riscossa dei media tradizionali, dalla stampa alla radio».
Andiamo con ordine, gli analisti pronosticavano fino a qualche tempo fa la «crescita zero» per il 2007 di Mediaset...
«à iniziato il recupero: già in ottobre siamo vicini al pareggio e l'anno si chiuderà probabilmente in crescita».
Allora sono corrette le stime di questi giorni che indicano ricavi pubblicitari in aumento del 1,5%?
«C'è la prospettiva fondata che a fine anno i ricavi risultino superiori ai 3 miliardi del 2006. I segnali sono tali da far ben sperare anche per il 2008».
Cresceranno anche gli utili di Mediaset?
«Ci sarà un impatto positivo anche sul risultato economico».
à per caso un messaggio a Piazza Affari dove i titoli sono fermi sui minimi degli ultimi anni a 7,5 euro?
«La Borsa tiene conto di molte cose, non ultimala legge Gentiloni...Però, sì, mi auguro che i dati positivi portino una scossa al mercato».
Ma cosa è cambiato, com'è che è stata invertita la tendenza?
«Il 2007 è iniziato sotto i peggiori auspici. In gennaio e febbraio sono stati bloccati, per motivi diversi, gli investimenti dei grandi clienti del calibro di Telecom Italia o Barilla. E conti del primo trimestre ne hanno risentito. La svolta è arrivata in aprile quando il mercato ha ricominciato a girare anche sui nuovi settori».
Quali?
«Il gran fermento delle banche, le assicurazioni, la finanza in genere, grandi e belle campagne pubblicitarie. Già in estate c'è stata la ripresa, novembre e dicembre sono mesi tipicamente positivi in vista del Natale».
Domanda interessata: dicevamo che non sarà solo la tv a far festa a fine anno...
«Confermo il ritorno in auge dei giornali e della radio, dopo l' "ubriacatura" sulle nuove piattaforme. I media tradizionali continuano a dare i maggiori ritorni pubblicitari. Negli Stati Uniti c'è un riposizionamento in corso. Certo, Internet è qualcosa di formidabile come mezzo e come vetrina. La pubblicità magari cresce a due cifre ma in termini assoluti i numeri sono ancora bassi».
E nel resto d'Europa come sta andando?
«A parte la Spagna che è fortissima, e non ha mai smesso di correre, i segnali sono incoraggianti anche in Francia e soprattutto in Germania dove il rallentamento è stato significativo».
Torniamo a Mediaset, come sta andando l'integrazione di Endemol, la società dei format tv come il Grande Fratello, Affari tuoi, Che tempo che fa?
«Graduale, si tratta di un gruppo presente in 25 Paesi europei, ci vuole tempo. Mediaset è stata accolta davvero bene. Sa, noi siamo più graditi all'estero che in Italia. Teniamo molto a questo progetto e ai suoi sviluppi».
La squadra è pronta?
«La squadra è in dirittura e siamo contenti che un italiano come Marco Bassetti sia stato nominato direttore generale».
I telegiornali: come giudica il distacco del Tg1 di Gianni Riotta al Tg5 di Clemente Mimum?
«Una forbice c'è sempre stata tra i due Tg. Detto questo, il Tg5 è il miglior telegiornale realizzato in Italia, senza alcun dubbio. Noi siamo molto soddisfatti, Mimum è una grande professionista, l'immagine del Tg è più che positiva».
Oggi c'è l'avvicendamento a Studio Aperto, arriva Giorgio Mule e Mario Giordano lascia Italial dopo sette anni...
«Una perdita per noi, e un dispiacere per me, ma è giusto così. Mario corona il suo sogno: tornare al "Giornale", al "suo" "Giornale", da direttore. Mule farà benissimo».
Paola Pica
per "Il Corriere della Sera"