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La prima avvisaglia di questo male oscuro, annidatosi tra le maglie editoriali della Rai, lo si aveva avuto prima di Natale, quando il ritorno catodico di Fiorello era stato posticipato. Il suo varietà passava dal 9 al 14 gennaio. Poi, a ridosso di Capodanno è esploso il bubbone: Fiorello è sbottato, minacciando di mandare in cantina il suo progetto tv. Pare che a fare infuriare lo show man sia stato il trattamento di serie B riservatogli dai vertici di Raiuno. Il mattatore di "Viva Radio 2" si sarebbe lamentano con l'azienda della scarsa promozione pubblicitaria, ai suoi occhi di gran lunga inferiore a quella garantita ad Adriano Celentano e Roberto Benigni. Fiore si aspettava più promo, maggiori spot.
QUESTIONE DI SPOT - Capricci da divi, verrebbe da pensare. Invece no. Secondo indiscrezioni rimbalzate on line, la Rai sarebbe impegnata in un vero e proprio baratto televisivo con Fiorello. La proposta avanzata è: scarsa promozione adesso, in cambio di un super show in autunno. Un comportamento, quello della Rai, suffragato da una ragion di stato: lo show di Fiorello sarà anche il più corto della storia, ma il suo formato non è contemplato dall'Auditel. Il che lo rende poco appetibile agli occhi degli inserzionisti. Per di più, se inserito fuori dal periodo di garanzia. Perché quindi, ragionano a Raiuno, sprecare soldi in spot promozionali? Un bel pasticcio, non c'è che dire. Probabilmente a sbrogliare l'intricata matassa ci penserà Bibi Ballandi. Il produttore cercherà di calere tra i contendenti come un deus ex machina, appianando le tensioni. E forse alla fine lo show si farà. Vero è che l'intoppo la dice lunga sulla lungimiranza di Raiuno. Che non è nuova agli autogol editoriali.
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Come se non bastasse, a rincarare la dose ci pensa Antonello Riva. Il figlio dello storico conduttore ha sentenziato che SuperSimo risulta totalmente inadeguata al mezzo televisivo, sprovvista com'è delle regole della comunicazione. Un suo ingaggio per il "Musichiere" sarebbe pertanto sconsigliabile.
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LA PERDITA DI PAOLO - L'elenco delle occasioni mancate, comunque, potrebbe continuare. Per non infierire, citiamo "solo" una tripletta d'oro ceduta alla concorrenza: Paolo Bonolis, Amadeus e Mike Bongiorno. A onor del vero, per questi tre volti tv, non sempre le sorti dall'altra parte della barricata sono state più felici. Ma è significativo notare che siano traghettati verso nuovi lidi proprio all'apice della loro carriera in Rai. Bonolis, per esempio, ha smesso di militare per il servizio pubblico dopo avere sbancato con i pacchi di "Affari tuoi". Amadeus si era ormai affermato in Rai come l'uomo de "L'eredità". Eppure l'ammiraglia, a suo tempo, gli ha negato la promozione in prima serata. Da qui, gli scontri e il passaggio di Amadeus alla concorrenza. E poi, c'è lui: Mike Bongiorno, passato a Mediaset nel giugno 1982. Prima di questa data, aveva tenuto a battesimo diverse trasmissioni culto, tra cui il primo quiz della storia tv. Un cavallo di battaglia davvero prezioso.
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CARRÀ, LA SUPERSTITE - Sembra quasi che Raiuno fatichi a tenersi stretta i propri volti storici. Tanto che viene da temere per le sorti professionali di Raffaella Carrà: ci manca solo che il canale, intrappolato in nuove polemiche, si lasci sfuggire anche lei. Per ora, comunque, sembra avercela in saccoccia. Ben custodita. Anche se, inspiegabilmente, non intende usarla prima dell'autunno.
Francesca D'Angelo
per "Libero"
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