«Eh sì, rinuncio a popolarità , soldi, affetto, visibilità ... so già cosa si penserà in giro, questo è matto... ma ci sono abituato, e magari hanno pure ragione.. però credo di aver preso la decisione giusta per me e per il programma».
 Insomma, Flavio Insinna conferma quel che aveva detto di straforo due settimane fa: in autunno non tornerà sulla pedana di Affari tuoi, finite le puntate a giugno basta con il gioco che lâha lanciato nellâOlimpo delle star della Tv italiana. Nel momento culminante della sua carriera (anche lâaltro ieri lâepisodio di Ho sposato uno sbirro ha stravinto la serata), lui, con quel disincanto tutto romano e una semplicità quasi disarmante, ferma la giostra e dice âscusa da questo giro deve scendereâ.
Nessuna crisi, rapporti incrinati, insoddisfazione dietro la decisione. «à solo che dopo due anni è giusto cambiare - spiega - ho dato il massimo al programma, con la mia impronta teatrale, penso che un nuovo conduttore gli possa portare nuova linfa. E io ho bisogno di fare cose diverse, bizzarre, anomale. Solo così si cresce».
Insinna, lei insegue la sua onda anomala, ma quando ha detto che non intendeva condurre Affari tuoi la prossima stagione, in Rai sono sbiancati...
«E perché? Mi sembrava che fosse già chiaro... a volte, forse per timidezza, risulto magari un poâ scontroso, di poche parole, ma ho un ottimo rapporto con il direttore Del Noce e gli altri dirigenti di Raiuno».
Non sarà facile sostituirla...
«Ci sono riusciti prima con Bonolis e poi con Pupo, non sarà difficile farlo con me...».
Falsa modestia?
«Chi mi conosce bene sa che sono così. I miei genitori mi hanno trasmesso una grande insegnamento: fare le cose seriamente ma non prendersi mai sul serio. E, comunque, dovesse esserci un altro bel gioco in vista sono pronto a parlarne».
Non è che sulla decisione ha pesato il fatto che questa primavera Affari tuoi è calato negli ascolti?
«No. Io a marzo ho detto subito ai dirigenti âse volete mi faccio da parteâ, mâhanno risposto che così bene non lâavevo mai condotto e che erano contentissimi. Poi le logiche dei numeri a volte sono strane e comunque cinque, sei milioni di spettatori tutte le sere son mica bruscolini».
A Striscia direbbero che ci sono meno pacchi milionari in finale...
«Sciocchezze. A fare la differenza tra una puntata e lâaltra sono le simpatie e lâumanità dei concorrenti».
Intanto si gode il successo di "Ho sposato uno sbirro", ultime due puntate lunedì e martedì prossimi...
«Un fortunato impasto di storie drammatiche e leggerezza, con un cast di talento».
Ma cosa ci dobbiamo aspettare nei prossimi mesi? LâInsinna mattatore televisivo, lâInsinna attore teatrale o lâInsinna carabiniere, prete o medico in una fiction?
«Se dovessi esprimere un sogno mi piacerebbe fare un programma per bambini, parlando di libri, testi teatrali, poesie, per avvicinare in modo allegro e spensierato, da pagliaccio, i giovani a questi mondi pieni dâimmaginazione».
Posto che difficilmente troverà udienza, qualcosa di più concreto?
«Sto trattando per una parte in un film che girerò ad agosto, una commedia, però non ho ancora firmato e quindi per scaramanzia non dico il titolo».
Ci tocca dirlo noi, visto che le notizie sono già trapelate: si tratta di «Ex», la commedia corale che Fausto Brizzi dedica ai quarantenni, dopo le felici pellicole adolescenziali. Poi, tornerà a riprendere fiato a teatro con lo spettacolo Senza Swing (in autunno a Milano e Roma) e, se si farà , a girare "Ho sposato uno sbirro 2"...
«Per me il teatro è un esame, le persone ti scelgono molto più che in televisione. Ma mai ho pensato di considerare il piccolo schermo di serie B, in ogni puntata che registro provo la stessa inquietudine che mi piglia prima di salire sul palcoscenico».
Il suo rapporto con lâinquietudine, che a volte si trasforma in tristezza, in malessere, mal di vivere, è una storia lunga...
«Fin da quando ero ragazzino, finita Canzonissima, quando attraversavo il corridoio per andare in camera mi sembrava di sprofondare negli abissi, mi venivano i âmomenti da lupiâ, come dice unâautrice di Affari tuoi. Eh si che ho sempre avuto una famiglia meravigliosa, un padre e una madre allegri e affettuosi, sembrano Sandra e Raimondo, innamorati, dolci e gioviali ancora oggi, anzi di più».
Tanto che vive ancora con loro...
«Lo so che vengo preso in giro per questo. Ma io ci sto bene, che devo fare? Sto cercando una bella casa da comprare, certo lo dico da tre o quattro anni, ma ero troppo impegnato, ora mi ci metto sul serio...».
Rigorosamente da single...
«Da scapolo, meglio dirlo allâitaliana... Per tornare al malessere di cui sopra, devo dire che i momenti bui si stanno diradando, lâinsegnamento di Mastroianni âla conquista è dentro di teâ mi sta aiutando, e il passare degli anni mi ha portato un pochino di serenità e di saggezza in più. Uno come me, con un bel lavoro ben pagato, ha poco da lamentarsi. Così, mi sento più aperto ad accettare le cose belle che ti capitano nella vita, e magari a sapermele tenere, sempre, ovviamente, che arrivino».
Laura Rio
per "Il Giornale"