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Stop alle pubblicit sulla tv francese, Romani: ''Da noi non sarebbe possibile''

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Fonte: Affari Italiani

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Televisione
  lunedì, 05 gennaio 2009

RomaniLa Tv pubblica francese da oggi è priva di pubblicità nella fascia oraria che va dalle 20 di sera alle 6 del mattino. E dal 2011 bando totale degli spot dalla tv pubblica.

La misura, annunciata un anno fa dal presidente Sarkozy, ha comportato una serie di modifiche nei palinsesti di France 2 e France 3 e in particolare l'anticipazione del prime time, la prima serata, alle 20:35, qualche minuto dopo la conclusione dei tg della sera.

Una mossa destinata a creare non pochi problemi ai concorrenti privati che sull’access prime time (quei minuti pubblicitariamente preziosissimi che vanno dal tg della sera all’inizio del programma di prima serata) giocano spesso carte fondamentali, proprio come accade in Italia con ‘Striscia la notizia' e ‘Affari Tuoi'.

Di certo i concorrenti privati non potranno restare a guardare: la ricaduta in termini di ascolto potrebbe essere forte sia sull’access prime time che sul prime time, visto che il telespettatore sintonizzatosi alle 20.35 su un canale pubblico potrebbe essere portato a rimanervi tutta la prima serata, senza neanche valutare l’offerta che partirà altrove più tardi. Per questo in molti pensano che si determinerà inevitabilmente un effetto domino, con l’adeguamento di tutti ad una prima serata anticipata alle 20.35. Ma nella principale rete privata, Tf1, il prime time resta per il momento fissato alle 20:50.

"No. Non è possibile perché i due terzi del canone che rappresentano oggi all'incirca il reddito della Rai non coprono le spese complessive del sistema misto che c'è in Italia. Quindi abolire quel terzo che viene dalla parte pubblicitaria obbligherebbe i cittadini italiani a subentrare nel pagamento di questa quota".

Il sottosegretario alle Comunicazioni, Paolo Romani, intervistato dal quotidiano online Affaritaliani.it, boccia l'ipotesi che anche in Italia la televisione pubblica abolisca la pubblicità, come avverrà da oggi in Francia. "Sono sempre stato dell'idea che il nostro sistema misto, dove il canone finanzia quel 65% di programmi del servizio pubblico, sia un sistema che funziona ancora ragionevolmente bene. Il problema è semmai capire se quel 65% corrisponde esattamente alle esigenze di servizio pubblico. Questa operazione che si sta attuando in Francia, storicamente Paese diverso dall'Italia, non è attuabile".
 
"La Rai - spiega Romani - ha sicuramente delle sacche di sprechi notevoli, ha anche però un vantaggio: non ha alcun indebitamento. Non è un'Alitalia insomma. Prima di definire la Rai un carrozzone bisognerebbe guardare bene i bilanci. Quando sarà risolto il problema del cda e anche della nuova governance, spero tra poco, quest'ultima assicurerà al servizio pubblico un sistema che consentirà di eliminare molti sprechi. Ma non penso che gli sprechi che saranno eliminati saranno pari ai soldi che oggi la Rai raccoglie sul mercato pubblicitario".

Però il sottosegretario alle Comunicazione fa un importante annuncio: "Sto studiando una riduzione del canone per cui potrebbe esserci un bel risparmio pari al 30-35%, solo nel caso in cui si recuperi quel 27% di evasione che oggi c'è. E per recuperarlo bisogna studiare una riscossione del canone diversa da quella attuale e su questo punto stiamo lavorando. Pagare meno per pagare tutti".

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