News inserita da: Simone Rossi (Satred)
Fonte: La Repubblica

In Rai temono il Qualitel per il costo, di vari milioni di euro?
«Può darsi che sia un po' onerosa l'applicazione del Qualitel. Ma a parte che questo andava valutato prima di assumere l'impegno con il Contratto di servizio, non si può considerare la qualità un disvalore. Il problema è: in Rai ci sono solo difficoltà esecutive o c'è un ripensamento sull'importanza della qualità?».
Se ci fosse un ripensamento sarebbe grave?
«Sarebbe grave. La Rai ha avuto un grande merito nell'alfabetizzazione del Paese... però questa spinta, questa missione è come se si fosse esaurita. Oggi si tende ad adagiarsi su livelli mediocri o più che mediocri, quasi a deprimere il livello culturale dei teleascoltatori».
Il Qualitel può disturbare la raccolta della pubblicità...
«Si è sotto il dominio della valutazione che fanno i pubblicitari. Ma loro fanno una valutazione esclusivamente quantitativa e non qualitativa. Io non ce l'ho con la pubblicità in sé, la pubblicità è un motore del mercato, avolte è perfino più creativa dei programmi che interrompe. Ma l'inconveniente è - che si debba guardare all'Auditel, all'audience immediato che una trasmissione riscuote e non si aspetta nemmeno di seguire il ciclo o le puntate seguenti. Si guarda all'audience ora per ora. È un'ossessione che porta al degrado dei programmi».
L'Auditel è da 20 anni arbitro della tv italiana. Va riformata?
«Dopo il nostro atto di indirizzo la rappresentatività del Cda dell'Auditel è aumentata da 19 a 24 membri; dal punto di vista metodologico l'Auditel ha avviato una nuova ricerca dibase innalzando a 30 mila casi la somministrazione del questionario, utilizzando le liste elettorali in luogo degli elenchi telefonici, recependo una precisa indicazione dell'Istat. L' Auditel è un metodo imperfetto e alcune imperfezioni non sono correggibili radicalmente. L'Auditel italiano non è più imperfetto degli altri paesi, pensi che in Italia, per esempio, le dimensioni del panel Auditel cioè di 30 mila casi su 55 milioni di abitanti è seconda solo alla Germania».
Leandro Palestrini
per "La Repubblica"