Una storia singolare quella di Bakhita (in arabo âfortunataâ), la suora sudanese, ex-schiava, vissuta in Veneto alla fine dellâ800, santificata da Giovanni Paolo II nel 2000. Il racconto di una donna che è stata capace di abbattere ogni barriera con la dedizione e lâamore, ma anche di unâItalia rurale ancora feudale che costringeva i contadini a vivere in condizioni assai precarie. Un film diretto da Giacomo Campiotti, che affronta temi universali quali la diversitaâ, la solitudine, il pregiudizio e la superstizione.
Due puntate in onda domenica 5 e lunedì 6 aprile su Raiuno, per raccontare la storia di âBakhitaâ, una produzione Rai Fiction e Titania Produzioni, prodotta da Ida Di Benedetto e Stefania Bifano.
Siamo nel 1948 quando Aurora Marin, una distinta signora, accompagnata dal marito e dalle figlie, raggiunge il convento delle Canossiane di Schio, dove eâ appena morta Suor Bakhita. Insieme alle figlie, Aurora rievoca lâincredibile storia di questa suora che ha segnato la sua infanzia.
Stefania Rocca dona particolare intensitaâ ad Aurora adulta, narratrice dellâintera vicenda. Fatou Kine Boye, una ragazza senegalese al suo esordio come attrice, ha dolcezza, sorriso disarmante e purezza nello sguardo, caratteristiche irrinunciabili per  interpretare Bakhita. Fabio Sartor impersona con spessore la complessa figura del padre di Aurora, lo spregiudicato commerciate Federico Marin. Sonia Bergamasco eâ la struggente madre di Aurora, che muore  nel darla alla luce. Ettore Bassi tratteggia in modo puntuale lâinquietante Guido, cugino di Marin. Padre Antonio, un personaggio a metaâ tra Don Abbondio e Don Camillo, eâ interpretato da un drammatico Francesco Salvi. Aurora bambina eâ il talento naturale Federica Bauâ.
LA STORIA
Prima Puntata
1948. Aurora Marin (Stefania Rocca), una distinta signora, giunta nel convento delle Canossiane di Schio, in Veneto, dove suor Bakhita (Fatou Kine Boye) è appena morta, ne rievoca lâincredibile storia alle figlie che lâhanno accompagnata sin lì insieme al marito che è totalmente contrario a questo viaggio. Bakhita ha infatti segnato lâinfanzia di Aurora. Ed il suo racconto farà da cornice allo svolgersi degli eventi.
Nata nel 1869 in un villaggio sudanese, Bakhita, ancora bambina, viene rapita dai negrieri che la vendono a un Generale turco, nella cui casa trascorre dieci anni tra torture e umiliazioni. Federico Marin (Fabio Sartor), uno spregiudicato commerciante italiano, le salva la vita e la porta con sé a Zianigo, un paesino del Veneto dove vive insieme alla figlia di otto anni Aurora (la narratrice), la cui madre Angelica (Sonia Bergamasco) è morta nel darla alla luce. Il dolore della perdita di Angelica ha inasprito il carattere di Federico, al punto che lâuomo non comunica più con la figlia cresciuta sola e malata.
Con la sua infinita dolcezza Bakhita conquista il cuore della scorbutica Aurora e risveglia la pigra coscienza di Padre Antonio (Francesco Salvi), il parroco di Zianigo che, da succubo del Marin, riscopre attraverso la vicinanza della sudanese il senso più profondo della sua missione sacerdotale.
Questo mentre Bakhita, abituata a considerarsi una schiava, si avvicina alla fede cristiana. Ma il suo cammino religioso è violentemente osteggiato dai contadini, in special modo da Giovanna, una serva di casa di Marin, e dal fidanzato Andrea, costretto dalla miseria ad emigrare.
Istupiditi dalle vessazioni continue del Marin giungono quasi a linciarla. Anche Aurora e Federico tentano in tutti i modi di bloccare il suo percorso di emancipazione e di libertà : la bambina perché ha paura di perderla, lâuomo perché la considera una cosa sua. Se pur affezionata ad Aurora e grata al Marin, Bakhita si rifugia nella chiesa di Padre Antonio cui chiede protezione, diventando in tal modo oggetto di una guerra aperta tra il possidente e il prete.
Seconda Puntata
Lâimprovviso scoppio del vaiolo a Zianigo costringe Marin a partire con la figlia per Venezia. Padre Antonio, vittima del morbo, viene curato da Bakhita che si prodiga per soccorrere quegli stessi contadini che lâavevano maltrattata. Il suo cuore buono non conosce rancore. Vinto il morbo, Padre Antonio manda Bakhita nel convento delle Canossiane a Venezia affinché possa conoscere a fondo Dio e mettersi al riparo dalle pressanti rivendicazioni del Marin.
Ma lâuomo, presente nella città lagunare, con lâaiuto del perfido cugino Guido (Ettore Bassi) suo complice, si finge pentito e convince Suor Teresa, la badessa del convento che ospita Bakhita, a intercedere presso di lei affinché, ricevuto il battesimo, lo segua con la figlia in Africa, dove ha intenzione di trasferirsi. Ma Bakhita ha maturato una scelta radicale: farsi suora, dedicare lâintera sua vita a Dio. Marin reagisce citando in giudizio le Canossiane: Bakhita è sua e può farne ciò che vuole. Il processo ha unâeco enorme. Dopo un aspro dibattito il Procuratore del Re emette la sentenza: Bakhita è libera di seguire la sua vocazione.
Il racconto di Aurora si conclude. Da allora non ha più incontrato Bakhita. Lâha sempre tenuta nel cuore, ma soffre perchè sembra che invece Bakhita lâabbia dimenticata. Con una sorta di miracolo sarà proprio il marito, con cui Aurora ha litigato, che le porterà unâultima prova dellâamore della Santa per lei. Un ultimo regalo di umiltà , bontà , perdono e amore dellâex schiava sudanese, santificata da Giovanni Paolo II nel 2000.