Amore Criminale, nuova serie su Raitre ogni sabato alle 23.30. Storie d'amore e di morte, raccontate con la profondità emotiva non di una dramma consumato, ma di una sciagura ascrivibile al mondo reale, alla nostra potenziale quotidianità. Più vicino e normale di quanto si creda. Camila Raznovich, intermezzo narrativo delle ottime ricostruzioni non recitate, mette pathos in vicende che di crudele non hanno i fatti, ma i loro protagonisti.
La docu-fiction che si mescola con le testimonianze lucide di chi è sopravvissuto, quella freddezza coinvolta di chi ha dovuto mettersi alle spalle una storia orrenda e che fatica a riportarla a galla, con gli occhi sereni e il cuore spezzato. Interessante l'utilizzo dei materiali delle teche Rai, con pezzi di giornalismo (nel primo caso, regionale) che mostrano quella crudele verità ancora inconsapevole su chi ha ucciso quella povera donna e per quale motivo.
Le continue interruzioni grafiche con la riproposizione del logo animato su sfondo nero del cuore che diventa pistola e poi coltello sospende le emozioni e prepara nuovi elementi per creare una torre di fortissimo impatto emotivo, edificio sempre sul punto di crollare. Laddove il racconto romanzato della realtà riesce ad essere più coinvolgente delle ricche suggestioni di un telefilm crime, con meno mezzi economici e più gestione letteraria del mezzo televisivo, lì c'è l'eccellenza.
Kaos
per "Digital-Sat.it"
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