"Bellissima", una commedia sexy senza capo ne coda. Da leggerissimo programma satirico che offriva l'opportunità di sorridere con la classica parata di imitazioni fondate sullo stesso efficace modulo strutturale, oggi "Il Bagaglino" ha subìto tutto l'influsso pericolosissimo dell'inflazionata "parodia della tv", che trova il suo massimo spazio e la sua massima espressione nella gara interna con tanto di televoto tra prime donne bionde contro more. La goccia che fa traboccare il vaso.
Senza Oreste Lionello e Leo Gullotta il programma ha perso due colonne fondamentali dello show, che invece di ritrovare degni sostituti in capacità e doti (difficilissimo), ha giocato sporco utilizzando di nuovo e all'ennesima potenza la carta dell'erotismo, con otto donne, talmente troppe e talmente tante che non si riesce facilmente ad apprezzarle, se non nella loro nudità. La migliore, senza dubbio, è stata Silvia Burgio, l'ex transessuale del Grande Fratello 8, che aveva tanto da dimostrare in tv ed è stata più che all'altezza, più di chi evidentemente è lì solo per soldi, più di chi evidentemente è lì solo per amicizia, più di chi evidentemente è lì solo perché altrimenti starebbe a casa.
La carta della qualità e del talento è la nuova chiave di una tv contemporanea che sta cercando (anche) strade appartenenti alla tv del passato: la professionalità capace di stupire, come quella sana dei bambini di "Ti lascio una canzone". I grandi classici della tv commerciale, fondati sulla professionalità ma sospinti su panorami più ampi e superficiali, non possono rimanere in eterno delle garanzie, basti vedere al caso sfortunato de "La Corrida". Nota a margine: il finale dedicato ad Oreste Lionello ci ha ricordato una cosa molto importante. I grandi dello spettacolo, se sono grandi per davvero, non muoiono mai. Ma il loro contenitore, a volte sì.
Senza Oreste Lionello e Leo Gullotta il programma ha perso due colonne fondamentali dello show, che invece di ritrovare degni sostituti in capacità e doti (difficilissimo), ha giocato sporco utilizzando di nuovo e all'ennesima potenza la carta dell'erotismo, con otto donne, talmente troppe e talmente tante che non si riesce facilmente ad apprezzarle, se non nella loro nudità. La migliore, senza dubbio, è stata Silvia Burgio, l'ex transessuale del Grande Fratello 8, che aveva tanto da dimostrare in tv ed è stata più che all'altezza, più di chi evidentemente è lì solo per soldi, più di chi evidentemente è lì solo per amicizia, più di chi evidentemente è lì solo perché altrimenti starebbe a casa.
La carta della qualità e del talento è la nuova chiave di una tv contemporanea che sta cercando (anche) strade appartenenti alla tv del passato: la professionalità capace di stupire, come quella sana dei bambini di "Ti lascio una canzone". I grandi classici della tv commerciale, fondati sulla professionalità ma sospinti su panorami più ampi e superficiali, non possono rimanere in eterno delle garanzie, basti vedere al caso sfortunato de "La Corrida". Nota a margine: il finale dedicato ad Oreste Lionello ci ha ricordato una cosa molto importante. I grandi dello spettacolo, se sono grandi per davvero, non muoiono mai. Ma il loro contenitore, a volte sì.
Kaos
per "Digital-Sat.it"
per "Digital-Sat.it"
Per scrivere a Kaos è disponibile l'indirizzo e-mail:
ale.kaos[at]digital-sat.it
(sostituire [at] con @)
ale.kaos[at]digital-sat.it
(sostituire [at] con @)