La tv secondo Kaos - I sogni (della Balivo) non son nei nostri desideri

Caterina Balivo ieri ha cominciato (se durerà) la sua avventura non proprio felicissima con il people show "I sogni son desideri", che tutti pensavamo fosse l'imitazione patacca del "Treno dei desideri" di Antonella Clerici, invece era molto più alla grande madre e maestra superiora Maria De Filippi, braccia conserte appoggiate si gomiti incluso nel prezzo. Il concetto centrale di uno spettacolo che migliora la vita (o una serata) di una persona: ti ha emozionato? No.

I motivi si riconducono alla regola numero uno di queste forme di spettacolo inflazionatissime che mettono al centro le persone: se il conduttore non prende a cuore, anche fintamente, i casi che racconta, la miccia non si accende e sembra tutto posticcio. Persino Rita dalla Chiesa nella sua fabbrica teatrale di "Forum", riesce ad entrare dentro l'anima delle storie mettendoci sì mestiere, ma anche tanto cuore per le tematiche affrontate.

La conduttrice di "Festa Italiana" l'unica cosa che ci mette è gestire la situazione catodica "in scioltezza", esigendo da se stessa la produzione di liquidi dalle ghiandole lacrimali, dimenticandosi per strada che quella reazione fisiologica deve scaturire da un sentimento sincero, anche se ben recitato. Lei, nessuna delle due cose.

Merito unico di questo programma dal sapore "sfortunato" quello al bravo Marco Liorni, che in mezzo al dramma di un quartiere difficile del sud Italia come lo Zen pare come il ketchup sulla torta, ma porta a casa il collegamento con il giusto grado di coinvolgimento e una buona preparazione pregressa sul caso, mentre la capa in studio sfiorava lo strabismo da gobbo. Caterina in mezzo ai vip se la cava con il giusto piglio, in mezzo agli esseri umani (specie in prima serata) sembra solo un alieno.