
Nel corso del programma sono andate in onda immagini in cui, al comandante della municipale, venivano mostrate una serie di multe prese da un motociclo intestato a lui. L'intervistatore ha mostrato le contestazioni: tra le altre anche la guida senza casco. Il generale Sementa, nel corso del servizio mandato in onda da «Italia 1», ha risposto spiegando che si trattava di vecchie contravvenzioni prese dal figlio.
Già nelle ore successive all'intervista, mercoledì scorso, la polizia municipale aveva avviato una indagine interna per scoprire in che modo quelle notizie, riservate e coperte dalla privacy, fossero divenute di pubblico dominio. Una informativa è stata immediatamente presentata alla Procura: individuato il computer del «settore legale» dal quale sono stati prelevati i dati; segnalati anche i nomi degli unici tre vigili in possesso della password per accedere al programma che gestisce le multe. I tre sono stati anche, in via precauzionale, trasferiti dall'ufficio. All'incartamento sono state allegate - secondo la municipale - anche le ricevute di pagamento delle multe.
Una ulteriore svolta legale è arrivata sabato mattina, dopo che il programma «Le Iene», ha mandato in onda il servizio. Alle dieci del mattino, un comunicato diramato dal comando dei vigili ha annunciato un'azione penale e civile contro «l'inviato, gli autori e la redazione della trasmissione».
Sementa ha dato mandato ai suoi legali di fiducia, Sergio Longhi e Domenico Ciruzzi: «Le azioni penali e civili, con annessa azione risarcitoria di un milione e seicentomila euro - recita il comunicato della municipale - saranno, tra l'altro, tese a ridare dignità e prestigio al generale Luigi Sementa pubblicamente diffamato e ridicolizzato con il proprio nucleo familiare per situazioni tutelate dal diritto alla privacy».
Paolo Barbuto
per "Il Mattino"
(10/05/09)
per "Il Mattino"
(10/05/09)