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"Abbiamo seguito con particolare attenzione ed interesse la trasmissione 'Il Gioco dei Mondiali' condotta su Rai3 da Fabio Fazio che ha avuto il merito di dimostrare, se ce n'era bisogno, che si può parlare di calcio o di sport in generale, anche in prima serata. Non spetta a noi - prosegue la nota - fare valutazioni o esprimere giudizi su trasmissioni di altri, così come ribadiamo e difendiamo l'autonomia di curatori e conduttori da ogni interferenza esterna. Certo avrebbe fatto piacere a tutta RaiSport vedere in un programma sul prossimo Mondiale, per esempio, il collega che ha raccontato a 24 milioni di italiani la magica notte di Berlino del 2006".
"C'era invece il telecronista di Sky, già ospitato altre due volte sempre da trasmissioni Rai. Il gioco di squadra non vale solo per gli Azzurri, dovrebbe riguardare anche l'Azienda per la quale lavoriamo. E non può essere considerato idoneo a parlare dei nostri prossimi programmi in Sudafrica il collega Massimo De Luca, ormai esterno alla testata e all'azienda come del resto si è evinto dai suoi interventi in studio. Ma c'è di più sullo sfondo. La vicenda di ieri ha evidenziato uno scarso peso di RaiSport all'interno di alcuni palinsesti Rai. Se poi diamo uno sguardo all'offerta di RaiSport per il prossimo mondiale, c'è da evidenziare una carenza di novità editoriali rispetto ai prodotti dell'ultimo decennio. E' proprio questo dato che vogliamo porre all'attenzione della Direzione di testata con la richiesta di un radicale cambiamento progettuale. Invece - conclude la nota - nel gioco al rialzo aumentano a dismisura in tutte le trasmissioni di RaiSport (non solo quelle calcistiche) le collaborazioni esterne di opinionisti e consulenti che vanno sempre più a sovrapporsi e a togliere spazio al lavoro quotidiano dei colleghi, con il risultato di una lievitazione di costi a fronte di un ormai scarso valore aggiunto. Come se si preferisse riempire le trasmissioni di parole anziché puntare sulle risorse interne con servizi, approfondimenti e opinioni dei giornalisti di RaiSport deputati e ampiamente qualificati a farlo con la garanzia, per il telespettatore, di professionalità e credibilità che sono proprie dell'appartenere a una testata giornalistica".