News inserita da: Simone Rossi (Satred)
Fonte: Digital-Sat (com.stampa)

"L’Autorità ricorda di avere più volte sollecitato una netta distinzione - in termini di assetti proprietari, profili organizzativi e modalità di gestione e di finanziamento - tra le attività rientranti nel servizio pubblico radiotelevisivo, fondamentale per garantire il pluralismo dell’informazione, e quelle connotate da una vocazione prettamente commerciale. Tale distinzione non è però avvenuta: per questo, nonostante le comprensibili esigenze di responsabilizzazione e trasparenza del servizio pubblico, l’obbligo di rendere noti i compensi creerebbe un’evidente asimmetria nel settore televisivo e potrebbe ridurre la capacità competitiva della Rai nell’acquisire e trattenere le risorse, soprattutto umane.
La Rai sarebbe infatti l’unico operatore obbligato a rendere pubblici i propri costi ad un livello di dettaglio disaggregato, fornendo dati per loro natura estremamente sensibili sotto il profilo commerciale. Né si può ipotizzare di estendere l’obbligo di rendere noti i compensi a tutti gli operatori televisivi: una soluzione di questo tipo creerebbe un’artificiale e generalizzata conoscenza delle condizioni alle quali le imprese attive nel settore televisivo realizzano i propri prodotti, ponendo le basi per condotte di mercato lesive della concorrenza."