Cinema, produttori chiedono stop alla pirateria e revisione delle ''finestre''
News inserita da: Simone Rossi (Satred)
Fonte: Ansa
La revisione delle 'finestre' della distribuzione, la modernizzazione dell'offerta nelle sale, un cambiamento nelle scelte sui film, ma soprattutto norme per combattere la pirateria. Sono le richieste arrivate dai produttori intervenuti nella terza giornata degli Screenings Rai di Firenze, che vede anche sceneggiatori, registi e attori confrontarsi sui temi caldi del cinema.
Il grido di allarme sullo sfruttamento illegale dell'opera cinematografica è arrivato da un incontro moderato dall'amministratore delegato di Rai Cinema Paolo Del Brocco, con Marco Belardi di Lotus, Marco Gianani di Wildside, Benedetto Habib di Indiana, Riccardo Tozzi di Cattleya, Alessandro Usai di Colorado e Nicola Giuliano di Indigo.
Del Brocco, pur in un quadro di riduzione complessiva degli incassi nel primo semestre dell'anno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (da 187 milioni a 177 milioni), ha sottolineato il buon andamento del cinema italiano che ha raggiunto nello stesso periodo una quota di mercato del 31% contro il 26% dell'intero 2012 ed in particolare di Rai Cinema e 01 Distribution che detiene, sempre nel primo trimestre, il primato tra le case di produzione con il 22%. Un risultato garantito - ha aggiunto l'ad - anche da film con un buon successo all'estero come La migliore offerta di Giuseppe Tornatore e Educazione siberiana di Gabriele Salvatores. I produttori hanno però evidenziato non poche pecche nel sistema, a partire dalla pirateria.
«In Italia non abbiamo una legge antipirateria, che sottrae risorse gigantesche - ha sottolineato Giuliano -. Altrove il problema è stato risolto. In Germania se scarichi illegalmente ti arriva una multa. In Francia, dopo un pò, ti sospendono la connessione internet».
Per Usai la pirateria «nega la possibilità che gli intellettuali vivano del proprio lavoro. Più che una campagna di sensibilizzazione da parte dei volti noti, sarebbe più efficace far parlare i lavoratori del settore, che sono precari per definizione».
Secondo Habib, grazie al download il «consumo di musica e video è centuplicato. Il tema è quindi remunerare il video on demand, facendo pagare il giusto, e modificare le finestre di distribuzione». Un tema, quest'ultimo, particolarmente sentito dai produttori. Tozzi, in particolare, ritiene che «la contaminazione di generi che ha funzionato negli ultimi 15 anni» abbia esaurito le proprie potenzialità e che «occorra creare eventi centrati su singoli generi. I film evento devono avere una prima di sala. Gli altri possono andare direttamente in rete o in pay tv. Bisogna far saltare il sistema delle finestre».
«Per trasmettere film sulla televisione free bisogna attendere due anni, è un'eternità», rincara la dose Usai. Altro tema caldo quello delle sale. «Dobbiamo lavorare sulla qualità delle sale - afferma Gianani -. Vai in sala in centro a Roma e l'offerta di cibo sono pop corn e caramelle. Abbiamo Eataly e vendiamo pop corn». «La frequentazione delle sale all'estero aumenta, da noi non succede - aggiunge Tozzi -. In Francia basta un anno per aprire una sala, in Italia servono 7 anni. Occorre rompere il terribile intreccio burocratico che c'è nel nostro Paese».