à quanto emerge dall'elaborazione dei dati Auditel (dal 1 gennaio al 16 dicembre 2006) effettuata dal centro media Omd in collaborazione con il massmediologo Klaus Davi, da cui risulta che il 2006 è stato anche l'anno della grande integrazione. Integrazione tra canali tradizionali, digitale terrestre e la tv satellitare.
In particolare è quest'ultima a crescere: i 4 milioni di abbonati di Sky Italia equivalgono a 12 milioni di telespettatori. Un numero importante che insidia i canali terrestri tradizionali che comunque continuano a detenere il grosso dell'ascolto: i sette network raggruppano mediamente 10.457.493 spettatori al minuto, mentre le satellitari 806.706.
La tv ha rappresentato un vero salto in avanti: stanchi di estremismi trash che negli ultimi anni hanno imperversato democraticamente sulle reti Rai e Mediaset, i telespettatori, tra gli scandali di «vallettopoli» e «vippopoli», hanno finito per premiare la tv di qualità preferendo divertirsi come detto con programmi d'intrattenimento intelligenti e/o ironici (da «Le Invasioni Barbariche» alla rivelazione dell'anno, «La Pupa e il Secchione»).
Isabella Rota, Ceo di Omnicom Mediagroup Italia, in tal senso è chiarissima: «Il 2006 è stato un anno positivo per la televisione. I dati di ascolto confermano che gli spettatori premiano quella tv concepita e creata tenendo in grande considerazione soprattutto la qualità dei programmi. La grande stagione della Rai ne è la dimostrazione palese».
Stagione alla grande, dopo il già buonissimo 2005, per le tre reti Rai, grazie al traino degli storici mondiali di calcio che hanno riportato la nostra nazionale sul tetto del mondo e a un intrattenimento vincente e variegato (da 'Domenica In' a 'L'Isola dei Famosi') ma più sobrio e informato, senza dimenticare le performance positive dei tg. Un 2006 ancora in salita per Mediaset, che accusa defaillance nei suoi tre settori di punta, ovvero l'intrattenimento, lo spettacolo e lo sport, nonostante la detenzione dei diritti del campionato di calcio. Tempo stabile e sereno sul versante La7 che consolida il proprio zoccolo duro di telespettatori, strizzando un po' più l'occhio al pubblico femminile.
Nel dettaglio, Rai 1 si conferma leader assoluta con il 23,18% di share (2.633.667 spettatori nel minuto medio di una giornata di 19 ore, dalle 7 di mattina alle 2 di notte). Rete amata dalle donne, quest'anno registra una variazione in positivo dell'ascolto nella popolazione maschile complici naturalmente i Mondiali di calcio. La rete ammiraglia Rai, però, arranca sempre nel target bambini (4-14 anni).
Canale 5, invece, si ferma al 21,00% di share (2.386.265 spettatori, con uno scarto negativo del 4,03%). Perde ascolti, in particolare, tra le file del suo target principale, quello femminile: 23,60% di share e un calo percentuale del 4,44% .
Rai 2 si conferma la terza rete, con l'11,35% di share e 1.289.880 spettatori al minuto, grazie a reality e serial esteri (da 'l'Isola dei Famosì a 'Desperate Housewives'), tallonata da Italia 1 che ottiene uno share pari all'11,08% e 1.259.316 ascoltatori, prima assoluta nel target dei più piccoli (4-14 anni) con il 26,14% di share. Rai 3 in crescita, con una variazione percentuale positiva del 2,14, con il 9,37% di share pari a 1.064.986 spettatori, distanziando Rete 4 di oltre un punto di share.
Ottima annata per 'La7' che supera la soglia di share del 3 per cento (3,02%) con 343.038 spettatori. Rete sinora più maschile, nel 2006 è riuscita a intercettare il favore anche del pubblico femminile (grazie a programmi come 'Le Invasioni Barbariche') che registra una variazione percentuale di ascolto di +13,11 (2,91% di share).
Passando all'informazione giornalistica, crescono gli ascolti de La7 e Rai 3. Un 2006 al galoppo, poi, per il Tg1 diretto da Clemente Mimun (per il quinto anno consecutivo) e da ottobre da Gianni Riotta, che aumenta il distacco rispetto al TG5 nelle due maggiori edizioni: 31,46% e 6.679.528 ascoltatori al minuto rispetto al 26,59% del TG5 delle 20 e i suoi 5.709.519 ascoltatori.
Il 2006, rileva ancora lo studio, segna l'inizio di una fase di cambiamento nei gusti dei telespettatori italiani. Piacciono sempre l'intrattenimento e i reality show laddove sono stati capaci di spogliarsi dell'anima trash, cogliendo il nuovo spirito dei tempi, più concreto e insieme autoironico.