Mediaset, Gina Nieri: ''Troppi vincoli al digitale danneggiano l'informazione''
News inserita da: Giorgio Scorsone (Giosco)
Fonte: LiberoMercato
D
Digitale Terrestre
mercoledì, 25 giugno 2008 | Ore: 00:00

Si parla molto della necessità di regolamentare l'accesso ai contenuti tv. Come tutelare i diversi interessi e garantire ia crescita del mercato?
«Riteniamo sconsigliabile una normativa invasiva sui contenuti, cioè sul mercato dei dritti televisivi. I modelli di business basati sullo sfruttamento della proprietà intellettuale e sul sistema dell'esclusiva sono quelli che, ad oggi, garantiscono il finanziamento della produzione audiovisiva. Da quando Internet è diventato un canale per i contenuti, anche da parte delle società di tlc, c'è una spinta a una liberalizzazione del mercato dei contenuti. Ma così si mette in discussione l'equilibrio della tenuta del sistema. Ci sarà una evoluzione nella gestione del diritto d'autore, ma si cambierà solo quando il nuovo modello sarà economicamente sostenibile».
Come giudica la direttiva sull'audiovisivo?
«Abbiamo accolto con favore i contenuti della nuova direttiva. Primo perché si applicherà a tutte le piattaforme video, anche per quanto riguarda il sostegno alla produzione europea, che fino ad ora gravava solo sulle spalle della tv generalista. E poi perché il provvedimento rende molto più ricco il mercato pubblicitario: ne aumenta le forme possibili, come il product placement, e la flessibilità, lasciando, nell'ambito dei limiti di affollamento consentiti, una maggiore discrezionalità nel posizionamento delle varie forme di pubblicità».
Come giudicate le modifiche introdotte sul potere sanzionatorio dell'Agcom?
«Risponde a una richiesta fatta dal commissario Ue Reding all'Italia. Siamo certi che l'Agcom, che ha sempre vigilato con rigore, saprà applicare con equità la nuova normativa».
Quali valutazioni fate della riforma Melandri sui diritti tv alla luce dell'implementazione che farò l'Agcom?
«Se il giudizio può essere neutro sulla scelta di sostituire la trattazione collettiva dei diritti a quella soggettiva preesistente, va detto che ci si è spinti troppo in là nel regolare meccanismi che devono invece essere lasciati al libero confronto dei vari imprenditori sul mercato».
L'Italia resta un paese dove è più o meno facile fare tv innovativa?
«Se parliamo di televisione generalista non c'è dubbio che l'Italia abbia un livello qualitativo e di ricchezza dell'offerta tra i più avanzati al mondo. Passando alla tv digitale, l'innovazione di cui Mediaset è capace è sotto gli occhi di tutti. E questa è la strada per il futuro su cui stiamo puntando».
Federico Unnia
per "LiberoMercato"
(24/6/08)
per "LiberoMercato"
(24/6/08)