
Ieri il decreto legge è arrivato in Parlamento per la sua conversione e Sky, su invito del suo presidentissimo, ha deciso di «riprendere con rinnovata energia lo scontro» con il Governo, già tentato con il doppio spot (che potete rivedere qui e qui).
E' notizia di oggi invece una lettera, firmata da Tom Mockridge (ad di Sky Italia, nella foto sotto), ed inviata a tutti i parlamentari italiani chiamati ad esprimersi per la conferma del decreto legge. Sky tenta così l'ultima carta prima di capitolare sotto i colpi del governo. La lettera - che pubblichiamo di seguito integralmente - ci serve anche per ricapitolare le ragioni di Sky contro il DL approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 29 Novembre.

In primo luogo, appare difficile comprendere la logica che, da un lato, spinge ad aumentare le imposte sui consumi a così tanti cittadini, e dall'altro spiega le finalità di questo provvedimento con l'obiettivo di sostenere i consumi e la capacità di spesa delle famiglie italiane in un momento di crisi economica. Inoltre, questa decisione è in aperto contrasto con gli impegni presi dal Presidente Silvio Berlusconi durante la recente campagna elettorale, quando ha più volte detto che il suo Governo non avrebbe mai aumentato le tasse. Ad esempio, presentando il programma del PDL il 29 Febbraio scorso, l'on. Berlusconi aveva detto: "Non metteremo mai le mani nelle tasche degli Italiani" e lo scorso 7 giugno, aveva promesso: "Meno tasse sulle famiglie. Meno tasse sul lavoro. Meno tasse sulle imprese".
Il Governo ha poi, solo alcuni giorni dopo l'approvazione del decreto da parte del Consiglio dei Ministri, dato una giustificazione in chiave "comunitaria" relativa a questa decisione. Vorrei precisare su questo che la Commissione Europea non ha mai chiesto di alzare l'aliquota Iva sulla pay-tv al 20%, ma ha soltanto richiesto un allineamento delle aliquote di tutti i servizi televisivi a pagamento, suggerendo, tra l'altro, di portarle al 10% . Nella lettera inviata dalla Direzione Generale per la Fiscalità della Commissione Europea al Governo italiano l'11 aprile 2008 si legge infatti: "La Commissione è del parere che le trasmissioni via etere in digitale terrestre (DVB-T), debbano essere soggette ad un'aliquota Iva ridotta identica a quella applicata alle stesse trasmissioni trasmesse utilizzando le piattaforme tecniche cavo (DVB-C) e satellite (DVB-S)".
Inoltre, la tempestività con cui il Governo italiano ha operato in questo caso - con un intervento che precede l'apertura di una procedura formale - stupisce ancora di più considerando che l'Italia ha oltre 120 procedure di infrazione aperte di fronte all'Unione Europea. Procedure che spesso rimangono aperte per molti anni e per cui non si assiste a soluzioni così tempestive. Una su tutte quella relativa alla legge Gasparri, che attraverso le modalità di utilizzo dello spettro digitale protegge Rai e Mediaset da nuovi potenziali concorrenti, e per la quale nessun Governo italiano ha agito con tanto tempismo.
Ora che il Parlamento è chiamato a discutere questo decreto per convertirlo in legge, c'è l'opportunità di ricercare una soluzione che possa bilanciare l'esigenza di nuove entrate per lo Stato, con la necessità di sostenere le famiglie e le imprese in una fase così difficile. Mi auguro che possa personalmente dare un contributo alla discussione. Sarebbe un segnale molto importante per tutte le aziende internazionali, come News Corp, che hanno scelto di investire in Italia e vogliono continuare a farlo con ottimismo. Sarebbe un segnale positivo anche per gli addetti al comparto della televisione digitale e, soprattutto, sarebbe un segnale molto forte per i 14 milioni di italiani che hanno scelto SKY.
RingraziandoLa sin d'ora per l'attenzione e la cortesia, La prego di non esitare a contattarmi se volesse qualsiasi ulteriore informazione.
Distinti saluti,
Tom Mockridge"