
Sky, come si sa, ha offerto alla Rai 50 milioni di euro l'anno per sette anni, ovvero un complesso di 350 milioni di euro. Con una clausola precisa e nuova, rivelata da Masi nell'ultimo consiglio di amministrazione: l'obbligo, da parte della Rai, a collocare sulla piattaforma Sky, oltre a Raiuno-Raidue-Raitre, e ovviamente il pacchetto di Raisat (Extra, Cinema, Premium, Yoyo, Smash. girls) anche l'offerta «free», cioè i cinque canali del digitale terrestre. Quindi Rai Storia di Giovanni Minoli, Rai Sport più e Rai News 24 (già su Sky, in questo momento) nonché Rai 4 (il canale diretto da Carlo Freccerò) e Rai Gulp, per i ragazzi.
Fino a oggi non c'era alcun legame contrattuale, era una libera scelta della Rai aver collocato i primi tre sulla piattaforma, Oggi Sky ha chiesto per 50 milioni di euro l'anno l'esclusiva satellitare dei canali destinati al digitale terrestre: non solo quelli esistenti, ma anche gli altri che nasceranno entro i prossimi anni. Per esempio la «misteriosa» Rai 5 che dovrebbe decollare tra poco.
L'argomento di Masi sarebbe questo: signori di Sky, secondo i calcoli aziendali il «pacchetto» dei tre canali generalisti più Raisat più i nuovi canali «free» per il digitale terrestre vale quattro volte tanto, cioè 200 milioni l'anno (ma questo ammontare non risulterebbe nel testo della lettera). La Rai intende insomma riprendere la trattativa e attende da Sky una nuova valutazione complessiva, soprattutto per i «nuovi» canali che in prospettiva possono rendere bene sul piano pubblicitario.
E adesso? Difficile fare previsioni, tutto dipenderà dalla controproposta di Tom Mockridge. In caso negativo, le opzioni potrebbero essere numerose. Nell'ipotesi di una rottura, la completa «discesa» della Rai dalla piattaforma Sky e l'approdo, magari a braccetto di Mediaset, su Tivù Sat, la possibile piattaforma alternativa Rai-Mediaset La7 nata per coprire in futuro le zone non raggiunte dal digitale terrestre ma nel frattempo diventata una ipotetica avversaria a Sky.
Altra ipotesi. Rai potrebbe comunque lasciare su Sky RaiUno-Rai-Due-Rai-Tre (in omaggio all'articolo 26 del contratto di servizio che obbliga la tv pubblica a essere presente su tutte le piattaforme) ma senza i contenuti coperti da diritti internazionali (grandi partite, film in prima visione). Oppure potrebbe valutare l'offerta Sky ma togliendo dal pacchetto i cinque «nuovi» canali destinati al digitale terrestre. Le opzioni sono insomma molte. Tutte aperte. Una cosa è certa, si dovrà comunque chiudere entro luglio.
per "Il Corriere della Sera"