
Quello del 2009, mettiamolo subito in chiaro, sarà un Draft NBA senza grossi nomi. E con un numero uno già scritto: Blake Griffin, ala grande al secondo anno da Oklahoma, ai Los Angeles Clippers.
Il resto, invece, è tutto da scrivere. E il Draft, si sa, è una scienza sì, ma tutt'altro che esatta. Lo studio dei giocatori, quello sì, è scientifico, ma la fortuna e le circostanze contano eccome. Lo dimostra la storia. Nel 1984 gli Houston Rockets chiamarono col numero 1 Akeem Olajuwon. Al numero due, Portland, che aveva bisogno di un centro, snobbò Jordan e scelse Sam Bowie. MJ, il più grande di sempre, finì a Chicago con il numero tre.
Ma questo è solo l'esempio più clamoroso. La fortuna, come detto, è importante. Eccome. Nel 1969 i Bucks vinsero, alla monetina!, il diritto a chiamare per primi e così il futuro Kareem Abdul-Jabbar finì a Milwaukee anziché ai Phoenix Suns. Nel '96 Charlotte pescò il liceale Kobe Bryant col numero 13, ma lo cedette, per Vlade Divac, ai Lakers che avevano appena preso Shaquille O'Neal. E si potrebbe continuare. Perché il Draft, più che una lotteria, è un terno al lotto.
Quest’anno la prima scelta va ai Clippers che detenevano il secondo peggior record stagionale insieme ai Wizards. La seconda scelta va invece a Memphis che detenva il 5° peggior record e la terza a Oklahoma che deteneva il 4° peggio record. Per Sacramento e Washington invece c’è delusione con la 4° e la 5° scelta.

Diretta anche per Sportitalia che prevede inoltre tre passaggi in replica: domani ore 18 su Sportitalia, sabato alle 15.30 su Sportitalia e alle 21.00 su Sportitalia 24.