
News inserita da: Giorgio Scorsone (Giosco)
Fonte: Digital-Sat (original)
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Sky Italia
venerdì, 04 dicembre 2009 | Ore: 00:00
Avremmo voluto quest’oggi usare questo spazio per dare un nostro primo giudizio all’operazione Cielo, ma i fatti di “cronaca” ben noti ce lo hanno impedito. Ragion per cui non cambiamo l’oggetto della nostra analisi, che sarà però incentrata sull’intricata vicenda della mancata autorizzazione. Tutto questo nel nostro VENERDÌTORIALE di oggi.
Ovviamente è un giudizio semplicistico, giuridicamente impossibile ma pensato da molti e scritto – indirettamente – da qualche quotidiano. Le cose però non sono andate proprio così, se prendiamo per buona la lunga e dettagliata spiegazione che del caso ha fatto il viceministro Paolo Romani, al cui dipartimento la richiesta di autorizzazione è pervenuta solo il 2 novembre scorso, esattamente un mese prima della prevista partenza del canale, quando per legge il tempo massimo necessario per ottenere il lasciapassare può arrivare fino a 60 giorni, senza dimenticare gli ulteriori 30 giorni in caso di necessità istruttorie.
La domanda che in molti si sono fatti in questi giorni è stata: ma perché Sky non ha presentato la domanda tenendo conto di queste precise tempistiche? La risposta per quanto semplice non rende giustizia: se consideriamo infatti i 90 giorni di tempo massimo, arriviamo addirittura al 1° Settembre, un netto anticipo sulla tabella di marcia che avrebbe potuto permettere a tutti i “concorrenti” di decidere mosse strategiche per ostacolare (secondo le regole) il successo della nuova operazione.

Il problema forse nasce dalla loro anormalità, ma non vogliamo entrarci per non cadere anche noi nella facile trama politica che vedrebbe contrapposti da un lato il governo Berlusconi e dall’altra il nemico storico De Benedetti e il suo nuovo partner Rupert Murdoch.
Rimanendo quindi sul lato operativo proviamo a chiederci: ma perché nella conferenza stampa non si è fatto il benché minimo accenno alla mancata autorizzazione? E come mai si è presentato in grande stile un canale pur sapendo che in quel preciso momento non poteva andare in onda? Qui la risposta non è facile come le precedenti ed è anche possibile pensare ad una strategia non ottimale messa in campo da Sky, che avrebbe forse potuto giocare la carta dell’opinione pubblica per chiarire sin da subito la sua posizione e non aspettare la sera prima del debutto per confessare la sua colpa.

Può questo cavillo bruciare tutto il progetto di Sky? Ne dubitiamo profondamente, ma intanto di bruciato c’è tutta la serie di pubblicità già venduta dalla concessionaria del gruppo e che verosimilmente sarà costretta a ripagare agli inserzionisti. Oltre ad una campagna promozionale che dovrà essere rifondata quando tutto sarà effettivamente pronto per la messa in onda.

Giorgio Scorsone
per "Digital-Sat.it"
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