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History racconta come il treno ha cambiato il nostro modo di vivere e di viaggiare

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Fonte: Digital-News (com.stampa)

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Sky Italia

History racconta come il treno ha cambiato il nostro modo di vivere e di viaggiareIn principio è la Napoli-Portici: inaugurata il 3 ottobre 1839 da Re Ferdinando II di Borbone, è lunga poco più di sette chilometri. Seguono negli anni altre tratte ferroviarie, tra cui Milano-Monza, Padova-Mestre, Torino-Genova. Il primo treno che parte da Roma è diretto a Frascati: è l’anno 1856 e Pio IX governa sulla Città eterna. Poi i Savoia decidono di fare l’Italia. Unificano il Paese, ricorrendo alle armi, aprendo i mercati, rendendo omogenea la legislazione e costruendo le ferrovie. Il treno diventa un protagonista indiscusso non solo del paesaggio ma della vita degli italiani, modificandone usi e costumi. Ora questa storia è al centro della docu-serie in cinque episodi L'Italia del treno, che History (in esclusiva su Sky al canale 407) proporrà ogni lunedì alle 21.50 a partire dal 22 ottobre.

Le ferrovie sono al centro di eventi cruciali per il nostro Paese. E’ il treno ad accompagnare le truppe italiane al fronte durante la Prima Guerra mondiale e a portare la salma del milite ignoto da Aquileia a Roma. Mussolini “marcia” su Roma usando il treno. Hitler visita il nostro Paese arrivando alla stazione Roma Ostiense. L’Italia esce a pezzi dalla Seconda Guerra mondiale: la sua rete ferroviaria è devastata. Ma il Paese si riprende e in poco più di dieci anni dà vita ad un boom economico senza precedenti. Uno degli interpreti principali di questo cambiamento è ancora il treno, che porta gli italiani in vacanza e gli emigrati dal Sud alle città del Nord.

Il treno è al centro anche di fatti apparentemente minori ma che eserciteranno un impatto notevole sulla vita quotidiana. Con il treno nascono nuovi gusti e nuove abitudini. Luoghi e persone vengono connessi ad una velocità mai vista prima. L’aspetto delle città e delle campagne, persino gli abiti e le ricette: tutto viene influenzato e a volte stravolto dal “mostro di ferro”. L’introduzione degli orari di partenza e arrivo impone l’orologio da taschino come oggetto irrinunciabile per non arrivare tardi in stazione. Le sorelle Giussani realizzano il fumetto Diabolik in formato tascabile come lettura per i pendolari.

Queste e tante altre curiosità saranno svelate nei cinque episodi, durante i quali il pubblico di History avrà la possibilità di percorrere il nostro paese, dal Friuli alla Sicilia, su treni d’epoca, che prevedevano ancora la terza classe con i suoi sedili rigorosamente in legno, condotti da locomotive a vapore e sfreccianti su tratte ora in disuso ma all’epoca frequentatissime.  Ad accompagnare gli spettatori due conduttori d’eccezione: Beppe Severgnini, scrittore e giornalista, direttore di 7 (settimanale del Corriere della Sera), e Raffaele di Placido, divulgatore storico-scientifico e autore televisivo, che saranno affiancati dal Direttore Generale della Fondazione Ferrovie dello Stato Italiane, l’ingegnere Luigi Cantamessa. 

Un viaggio reso possibile proprio dalla Fondazione che ha messo a disposizione in esclusiva il suo incredibile e, in gran parte, inedito archivio: foto d’epoca, filmati istituzionali e cinegiornali realizzati dalle stesse FS nel corso del secolo scorso. La fototeca dell’archivio va dagli anni ’30 ai giorni nostri e comprende, tra le altre cose, 350.000 foto analogiche, 170 album di stampe e 500.000 immagini digitali, mentre la cineteca ripercorre le attività delle Ferrovie dello Stato dal 1949 agli anni ’90 e contiene 3.000 pizze in pellicole 16mm e 35mm in b/n e a colori, e circa 3.500 cassette U-matic e BVU, Betacam SP e derivati, DVCam, fino al nativo digitale in HD per uno sviluppo complessivo di 145 metri lineari di materiale posseduto.

Si tratta di un’immensa mole di immagini che non è semplicemente una finestra sulla storia dello sviluppo della rete ferroviaria del nostro Paese, ma rappresenta un immenso affresco della società italiana.  Oltre agli archivi, Fondazione FS ha messo a disposizione il suo enorme parco di rotabili storici, il più grande d’Europa, di ogni genere ed epoca e le numerose maestranze in servizio nei principali hub manutentivi.

L’Italia del treno è realizzata da Stand By Me per A+E Networks Italia. La regia è di Paolo Malizia, che ne è l’autore insieme a Tommaso Vecchio. Simona Ercolani è produttore creativo, mentre Fabrizio Forner è produttore esecutivo.

GLI EPISODI

1 - Binari al potere

Un treno corre lungo le coste del Golfo di Napoli. È il 1839, l’anno zero delle ferrovie italiane, per la prima volta il mostro di ferro solca le campagne del Belpaese.  Beppe Severgnini e Raffaele Di Placido alla scoperta delle officine di Pietrarsa, a Napoli, dove tutto ha avuto inizio, un inizio regale. Possedere il treno infatti significa potere. E i Borbone ne intuiscono la rivoluzione e decidono di portare la ferrovia proprio davanti al simbolo più imponente della loro dinastia: la Reggia di Caserta.  Ma chi erano i passeggeri speciali di quei primi treni? Tutti vogliono viaggiare sulla nuova attrazione di ferro, perché è comodo, di tendenza e soprattutto efficace. Lo sanno bene Giuseppe Garibaldi e i Savoia che sui binari costruiscono le fondamenta dell’Italia unita. Il treno però non cambia solo la storia del paese, ma modella le città ed impone un nuovo centro: le stazioni. Tutto ruota attorno a vere e proprie cattedrali del movimento, come quella di Roma Termini. Sono così enormi e imponenti che nascondono anche un vasto bunker nel sottosuolo che solo in pochi possono visitare. Beppe Severgnini e Raffaele Di Placido si immergono nelle viscere della stazione più importante d’Italia per svelare i segreti del nostro passato.

2 - Sangue, acciaio e ferro

Se il Novecento è il secolo della guerra, il treno è il suo braccio armato. Al fronte si va dentro vagoni che attraversano tutta l’Italia. Una sola destinazione: le trincee del Nord Italia. Beppe Severgnini e Raffaele Di Placido raccontano il ruolo fondamentale svolto dai treni nella Grande Guerra. Nello scenario del fronte orientale, tra grotte, fiumi, paesi e trincee, milioni di italiani hanno perso la vita nel tentativo di conquistare pochi metri di quella terra rossa come il sangue. E anche quando il conflitto finisce, lasciandosi alle spalle eroi e caduti senza nome, i treni sono ancora protagonisti. Il Milite Ignoto, il soldato simbolo di tutti i caduti italiani del primo conflitto mondiale, viene trasportato e celebrato per tutta l’Italia. Milioni di italiani accorrono alle stazioni per raccogliersi intorno al treno che lo trasporta fino alla sua tomba nell’Altare della Patria. A collegare la Stazione Termini con il Vittoriano c’è una geniale trovata imprenditoriale: via Nazionale. Proprio lì si affaccia l’Hotel Quirinale, dentro il quale, tramite un corridoio segreto, ci ritroviamo come per magia sul palco del Teatro dell’Opera di Roma. A dominare la platea, il più grande lampadario d’Europa. Grazie all’elettricità teatri, città e case si illuminano e anche i treni iniziano a mettere da parte il vapore. Tutto diventa più veloce e più confortevole. Il treno è alla portata di tutti, anche di chi con una valigia di cartone in mano e in tasca l’indirizzo di una fabbrica va alla ricerca di speranza e fortuna emigrando dal Sud al Nord Italia.

3 - Viaggio in prima classe

I treni popolari negli anni ’30 creano una nuova categoria: il turista. I vagoni infatti si riempiono di quegli italiani che non erano mai usciti dalle proprie città e che scoprono per la prima volta di vivere in un paese bellissimo.  Quando negli anni ’60, in Italia si vive il boom economico, il treno si trasforma e diventa qualcosa di più di un semplice mezzo di trasporto. Deve essere comodo, ma soprattutto bello. Con Beppe Severgnini e Raffaele Di Placido ci godiamo il relax e i servizi che un passeggero avrebbe provato in un Trans Europ Express, o l’estetica innovativa e aggraziata dei treni più belli del mondo, il Settebello e l’Arlecchino. I loro vagoni diventano passerelle dove far sfilare modelle e vip.  Sui treni possono salire il contadino e il borghese, ma anche Re, Presidenti e Papi. Questo è il caso del Treno Reale. E quando la Monarchia cede il passo alla Repubblica quel treno si trasforma e diventa il treno Presidenziale, raccontando un altro momento cruciale della storia italiana. Il lusso è talmente sfrenato che a reggere il paragone ci sono solo i palazzi reali, come quello di Torino, dove riviviamo un giorno alla corte dei Savoia.

4 - Dal cavallo al mostro di ferro

Chissà cosa deve aver pensato il contadino che per la prima volta vede ha visto passare una sbuffante locomotiva in mezzo ai suoi campi. Deve essere stata la stessa impressione che a noi farebbe un ufo che atterra in città.

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