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Giorgetti: «Senza le risorse Sky, la Serie A non potrebbe essere competitiva »

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Fonte: Digital-News (com.stampa)

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Sky Italia

Sky fa il punto della situazione a Palazzo Chigi sul calcio e sullo sport italiano con l’Onorevole Giancarlo Giorgetti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega allo Sport. L’intervista di Federico Ferri, direttore di Sky Sport, è andata in onda oggi alle ore 18.30 su Sky Sport 24. Nuovi passaggi sempre oggi a mezzanotte su Sky Sport Football, subito dopo “Calciomercato – L’Originale”, domani alle 14:30, alle 20:00, alle 22:30 su Sky Sport Serie A e alle 18.30 su Sky Sport Uno.

Il primo provvedimento forte dopo i fatti di Santo Stefano a Milano è stato lo spostamento per volontà del Viminale della partita Genoa-Milan dalle 21 alle 15. In un giorno feriale, di pomeriggio. Prima di qualunque altro discorso, va detto che è una misura che certamente non favorisce i tifosi, che quel giorno e a quell’ora lavorano e non potranno andare allo stadio o vedere la partita in tv. Crede sia un’azione che ha futuro? Ci sono margini di ripensamento o addirittura è un provvedimento che verrà ripetuto?

«Il fatto che le partite a rischio, non ce ne dovrebbero essere di partite a rischio, ma che le partite a rischio debbano essere giocate alla luce del sole, probabilmente ai fini dell’ordine pubblico è positivo. Per quanto riguarda Genoa-Milan, il problema è che si gioca di lunedì per motivi di calendario internazionale. Quindi è evidente che giocare di lunedì pomeriggio, di un giorno lavorativo non è scuramente l’ideale. La decisione ormai è presa e rimarrà tale. Mi rendo conto che per coloro che sono abbonati e che in qualche modo hanno diritto a vedere la partita, non sia l’ideale. Credo che più complessivamente tutta la programmazione del calendario debba tenere conto da un lato di quelle che sono le esigenze dell’industria, anche televisiva,  legata alla dimensione del mondo del calcio, e per le situazioni dove c’è un’oggettiva situazione di criticità e delicatezza, valutare quali sono le soluzioni organizzative migliori. Anche all’estero si fa, con un po’ di intelligenza e buonsenso queste situazioni si risolvono.»

Non pensa che ci sia un eccesso di legittimazione di questi gruppi, che contengono frange violente, da parte dei club? Le faccio un esempio. Noi a Sky abbiamo scelto di non dare visibilità a striscioni degli ultras, scritte offensive, contestazioni, letture di comunicati, proprio per togliere un po’ di ossigeno a chi cerca visibilità. Forse se si cominciasse a fare anche negli stadi, di mettere un po’ ai margini questi gruppi, i cattivi esempi verrebbero a diminuire e anche il potere di attrazione di questi violenti.

«Sì, un problema di legittimazione mediatica, nel senso che le Forze dell’Ordine credo che affrontino questo tema non soltanto sotto l’aspetto della repressione, ma c’è tutta una metodologia abbastanza consolidata. Il problema esiste: se si dà pubblicità anche a eventi violenti, in qualche modo si celebra e si esalta un rito che per questo tipo di tifosi violenti diventa un mezzo anche di stima e autostima per attrarre delle persone deboli psicologicamente che vedono in questo modo la possibilità di partecipare a una situazione che dà un riconoscimento. Su questo tema, l’ho detto anche in occasione dell’incontro che c’è stato alla scuola di Polizia, i media svolgono una funzione importante. Enfatizzare e dare pubblicità a queste situazioni rischia di essere addirittura controproducente.»

Recentemente in Finanziaria è stata approvata un’importante misura contro la pirateria. Di fatto si dà un Daspo a chi commette questo reato esattamente a come a chi lo commette all’interno di uno stadio. Quanto importante è questo provvedimento, soprattutto nell’ottica di affermare il principio che la pirateria è un reato.

«In questo Paese deve crescere il senso civico e l’educazione civica in ogni dove. Per un certo periodo di tempo si è pensato che magari evadere le imposte fosse un atto di furbizia invece di fare un danno a tutti gli altri che ti stanno vicino. E’ questo vale anche per la pirateria, non è un atto di furbizia, è un qualcosa che deve essere ovviamente sanzionato perché altrimenti ne pagano le conseguenze tutti gli altri. E’ un percorso nel nostro Paese su cui non bastano chiaramente le leggi. Fare una legge è nulla, poi bisogna anche applicarla questa legge e ci vuole la collaborazione di tutti. Deve crescere complessivamente il senso civico e capire che ci sono delle regole scritte e non scritte che si devono rispettare..»

Cosa ne pensa della possibilità di istituire un tavolo allargato, un momento di dialogo fra tutti i protagonisti del mondo dello sport a proposito di tutti i temi che riguardano la legalità?

«Credo che sia, non solo necessario ma indispensabile. Il fenomeno del calcio è un fenomeno sociale che coinvolge la stragrande maggioranza della popolazione italiana. Se noi riusciamo a trasformarlo oltre che in un fenomeno sportivo in un fenomeno industriale, perché anche la realtà di Sky lo dimostra, senza di voi il sistema del calcio non avrebbe le risorse per mantenersi a questi livelli di competitività anche a livello internazionale. Può essere l’occasione per un momento di crescita civile collettiva, però tutte le componenti devono essere messe a sistema. Non è che il Governo con delle leggi cambia la situazione, le leggi sono l’espressione finale di un sentire condiviso. Questo tavolo, che secondo me deve essere continuativo, che monitora la situazione che dà continuamente contributi per questo tipo di crescita è fondamentale. Non ci sono soltanto gli ululati nei campi in Serie A, ci sono anche fenomeni nei campetti di periferia in cui i genitori si picchiano per partite dove dovrebbe semplicemente trionfare il momento del gioco e del divertimento. Dobbiamo crescere un po’ tutti.»

Quando si parla di problemi del calcio, viene spesso citata la televisione, gli interessi della televisione, i soldi del mondo del calcio come un uomo nero, un elemento negativo. Credo che lavorando nel dettaglio su tutto quello che è il mondo del calcio, si possa scoprire con grande evidenza quanto gli interessi dei tifosi siano molto spesso coincidenti con quelli della televisione, avere un bello spettacolo, avere dei belli impianti, avere degli stadi pieni, avere degli ottimi orari per godersi lo spettacolo delle partite. Perché c’è questo atteggiamento verso il mondo delle televisioni, visto con questa negatività?

«Siamo in una fase sociale in cui, come ha osservato il Censis, un po’ di demagogia vale per tutti, anche per questa dimensione. Nella legge del Bilancio abbiamo messo.. per costringere le società di calcio a fare dei bilanci certificati, puntuali, veritieri, abbiamo subordinato il fatto che i diritti televisivi, che pagano Sky e altri, vengono riconosciuti soltanto a quelli che fanno bilanci puliti, veri e trasparenti. E’ un modo concreto come utilizzare il contributo che dà la televisione per valorizzare il sistema.»

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