"I grandi club hanno avuto la sensibilità di distribuire diversamente i proventi dei diritti tv, adesso spero che i piccoli club utilizzino questi soldi in modo che rimangano nel calcio e non per altri fini". Parole di Antonio Matarrese, n. 1 della Lega Calcio.
Ha ragione: c'è sempre il rischio che qualche presidente decida di portarsi all'estero i soldi, oppure investirli nella sua azienda. Si era studiato un sistema da parte del Ministero dello sport per obbligare i club a investire i soldi che prenderanno in più rispetto ad adesso nei settori giovanili e negli stadi per renderli "appetibili" dal punto di vista televisivo.
Ma forse questo sistema non va bene, bisognerà studiare qualcos'altro. Giovedì intanto c'è l'assemblea decisiva in Lega: la serie B punta i piedi, non si accontenta di 90 milioni di euro ma ne vuole 120 (dal 2010, quando la legge andrà in vigore.
Si troverà un accordo. Improbabile una rottura: anzi, la serie A prima o poi farà una sua Lega, così la B imparerà a camminare con le sue gambe. L'accordo raggiunto fra i club della massima serie prevede che sarà la Fiorentina quella che ci guadagnerà di più: 19 milioni di euro. Soldi che Della Valle potrà investire per fare ancora più competitiva la sua squadra e puntare dritto allo scudetto.
Grossi vantaggi anche per Siena e Livorno (+13 a testa) e Empoli (+15). I club che ci rimetteranno di più saranno Juventus e Inter (meno venti ciascuna), Milan (-12) e Roma (-6,5). Ma sono calcoli che chissà se nel 2010 saranno ancora validi: i presidenti forse sono troppo ottimisti sui diritti tv. Ricordiamo solo che quest'anno la Serie B e anche la Coppa Italia sono scoperte e che a giugno del 2008 scade il contratto della Lega per gli highlights del campionato. Non sarà facile trovare un'altra Mediaset che paga 61,5 milioni di euro all'anno.
La Lega ora sta cercando un advisor per vendere i diritti tv, ma Matarrese ha già un ottimo consulente nel broker televisivo Marco Bianchi, esperto tra l'altro di mercato estero. Un altro argomento di attualità è quello del campionato a 16 (o 18 squadre). Blatter spinge in questa direzione: il 15 novembre a Zurigo, in occasione del consiglio strategico del calcio mondiale, tirerà fuori (di nuovo) questo argomento.
Ma in Italia sarà difficile fare un passo indietro, non lo vuole nessuno: il torneo a venti squadre porta soldi, i presidenti non si metteranno mai d'accordo. Lo sa bene anche Giancarlo Abete, presidente della Figc: "E' difficile ridurre il numero delle squadre perché ci vuole il consenso delle varie federazioni. Ci sono problemi economici e statutari". E Matarrese sostiene che "proporre è lecito, ma tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare. E' impossibile creare la situazione ideale. Anche il ministro Melandri ne ha parlato. Da noi se ne potrà discutere forse dopo il 2010, quando avremo sistemato la questione della vendita centralizzata dei diritti televisivi". Troppo ottimismo...
Fulvio Bianchi
per "repubblica.it"