Ah, se qualche giudice gentile ci potesse fornire pure le vere trascrizioni delle telefonate di questi giorni per gli auguri di Natale, ai piani alti dei palazzi della tv. Più che delle solite Veline o di qualche nuova ammaliante Evelina di cui ancora trovare il numero di cellulare, sarebbe interessante capire se i vari presidenti e direttori si preoccupano anche dei fenomeni di fondo dell'autunno-inverno 2007. I dieci piccoli indizi di flop che s'intuivano in apertura di stagione non paiono ora forzature da visionari: alla resa dei conti si possono condensare in pochi trend.
1 Anche quest'anno le reti generaliste hanno perso complessivamente una cospicua fetta di pubblico nella fascia oraria più importante e più ricca, la prima serata. In termini assoluti c'è stato un calo di platea di 657.000 telespettatori: in prime time si passa da 23 milioni e 299 mila a 22 milioni e 642 mila. Una caduta ulteriore rispetto al già smagrito periodo di raffronto 2006. Ci si avvicina progressivamente alla soglia del terzo complessivo degli abitanti del Paese, una ridotta limite.
2 Se poi andiamo a vedere i singoli generi, e si pone la massima attenzione al pubblico degli show, e magari si scorporano pure gli eventi anomali e irripetibili come l'uno-due senza spot Celentano-Benigni, e non si fa troppo i matematici del nulla Auditel, ecco che facilmente mancano quasi due milioni d'italiani davanti alla tv. L'intrattenimento va male, dicono gli esperti di marketing, e fa pagare alla tv generalista un dazio pesante, sostanzialmente perché è in crisi creativa: senza novità, solo con la forza della ripetitività, non incanta più.
3 In assoluta controtendenza sono andati soprattutto l'approfondimento e l'informazione in genere. Colpiscono, perché sono davvero notevoli per Raitre, certi picchi d'ascolto di Ballarò, e si può dire che quello stimolo in più della concorrenza ritrovata ha funzionato bene per Giovanni Floris e la sua equipe. Michele Santoro è tornato alla grande a «servire il popolo» occupando il centro della scena tv, Milena Gabanelli ha riproposto le straordinarie inchieste di Report, Lucia Annunziata ha affinato le sue doti d'intervistatrice ruvida e profonda… Soprattutto, il pubblico ha seguito con passione questo genere di tv giornalistica.
4 La tv generalista perde dunque insediamento ma mantiene ancora per una cospicua fetta d'italiani il ruolo di fonte d'informazione primaria e il successo dell'approfondimento «strong», oltre che hard, s'interpreta esattamente come «il riflesso della crisi sociale generalizzata»: è questa l'ultima frase che abbiamo trascritto nelle intercettazioni apocrife di fine anno.
Paolo Martini
per "La Stampa"