Durante le festività natalizie, Rai e Mediaset sfornano palinsesti avvolti in grandi nuvole di buoni sentimenti. Torna ogni anno l'angelo con il volto di Denzel Washington, la pellicola consumata di Oliver Twist, un paio di Chaplin, cartoni animati, spettacoli di beneficenza, cori di voci bianche. E, naturalmente, programmi con manodopera prelevata direttamente dall'asilo infantile. Come nel caso di Mi raccomando
Questo genere di intrattenimento ha lo scopo di regalare cinque minuti di orgoglio soprattutto agli adulti, nel caso specifico ai genitori dei piccoli protagonisti. Bastava guardare Mi raccomando (Italia1, mercoledì) per averne conferma. Una serata interminabile (durata proporzionale allo sbadiglio) con ragazzini (sette anni il più grande) ingaggiati per scenette con candid-camera. Nove missioni (ritirare abiti dalla lavanderia, raggiungere l'ufficio di un genitore, acquistare un regalo), con la troupe al seguito dei bambini che «convinti di essere soli, regalano al pubblico momenti comici e commoventi».
Attraversare la strada da soli non è certo un bell'esempio, mettergli in mano 50 euro neppure. Infatti dopo ogni filmino scatta la raccomandazione di non seguirne le prodigiose gesta: «Cari bambini, se guardando queste scenette vi fosse venuta la voglia di uscire di casa da soli, mi raccomando non fatelo», deve ripetere continuamente la conduttrice. «Noi vogliamo soddisfare la curiosità dei genitori», aggiunge. Appunto.
I bambini sono acconciati per le feste (i capelli pietrificati dalla gelatina o la minigonna con calza velata) e ricevono compiti da adulti. In sostanza devono uscire di casa, anche se hanno quattro anni per andarsi a comprare il grembiule. Non è un bel vedere, se non per mamma e papà che guardano pieni di soddisfazione i loro pargoletti proiettati sul grande schermo dello studio televisivo, conquistando per la famigliola i famosi cinque minuti di celebrità.
I bambini si rivelano ben addestrati alla missione, i cameraman li seguono da vicino, così i piccoli portano a buon fine il numero del circo. Uno incontra la commessa che gli chiede «tesoro, che budget hai da spendere?». Budget?
Uno spettacolino condotto in studio da Federica Panicucci, issata su tacchi vertiginosi con eroico passo claudicante (ha confessato di aver un dito rotto). C'è l'immancabile comico in difficoltà con le battute (Dario Bandiera), e non può mancare la carrambata per la bambina: «come si chiama il tuo fidanzato?», «Riccardo», «e allora Riccardo è qui!!!». Mi raccomando, dopo la puntata natalizia, finiamola lì.
per "Il Manifesto"
(28/12/07)