Facce da audience, Flavio Insinna: ''Sono un pagliaccio perfezionista''
News inserita da: Simone Rossi (Satred)
Fonte: La Repubblica
Che sia fiction o quiz, con loro si va sul sicuro. Rassicuranti, esuberanti, bonari — ad ogni conduttore il suo stile — portano ascolto alla tv generalista. Tutti i giorni in tv, come Antonella Clerici, Gerry Scotti (che si definisce «un diesel»), Ficarra e Picone, Carlo Conti e Flavio Insinna, che passa con disinvoltura dalla fiction al varietà.
«Re Mida io? Ma stiamo scherzando?», «Lavoro, cerco sempre di migliorare», «Mi sono sforzato di diventare accettabile». Sono alcune delle frasi preferite da Insinna, l'uomo del momento, che con una fiction familiare Ho sposato uno sbirro ha riportare il grande pubblico su RaiUno e tutte le sere conduce Affari tuoi strategico per la prima serata. Scalata lenta e inesorabile verso il successo come capitano dei carabinieri CDorcMafteo),poi Don Bosco, Don Pappagallo, commissario (Ho sposato uno sbirro diventerà una serie di dodici episodi).
Romano di Piazza Tuscolo, 43 anni, giornali, messa, la spesa, un saluto e una stretta di mano a tutti. «Perché sa qual è la mia gioia più grande? Quando un anziano mi dice: sono solo, ieri sera mi ha fatto compagnia. Sapere che hanno sorriso grazie a te mi fa'felice».
La modestia fatta persona, capace di massacrarsi se una scena non è andata come voleva, perfezionista, in fondo un po' Alberto Sordi nel rapporto con le donne: grandi battute, un sano timore. Figlio e genero ideale, insomma uno, come spiega lui. «che non potrà mai montarsi la testa. Mio padre, medico, che ha fatto tutta la vita il suo dovere bene, macerandosi, mi ha insegnato che nella vita i cimiteri sono pieni di persone indispensabili. Io mi porto dietro questa certezza».
Insinna, che allegria.
«Sono di carattere tendente al crepuscolo, segno del Cancro, ho le mie malinconie. Se accetto di andare a cena fuori poi devo cercare di offrire il meno peggio di me. Se no, non vado. L'intrattenimento ha la sua importanza: sempre nella consapevolezza che facciamo un mestiere dapagliacci, e non un'operazione a cuore aperto».
Non è un mestiere semplice per chi ha il suo carattere, un attore coltiva il narcisismo.
«Questo lavoro lo vedo sempre come un viaggio: non essendo arrivato subito, ho avuto tempo di guardare e capire, mai e poi mai potrei pensare di aver piantato la bandiera sulla luna. La mattina quando vado siul set o apro un copione daleggene ci metto il mio entusiasmo fanciiullesco. Mi piace molto levigare, costruire. Quella zona, il perfezionismo, lo diceva il Bardo, è il problema dell'attore, è la sua missione, il suo travaglio. Saper afferrare un concetto da dire agli altri, ma anche il dolore e la disperazione».
E il narcisismo?
Ce l'ho insieme alle mie mille malattie, però se intendiamo il narcisismo dello specchio e quelle cose lì, no. Quelli bravi, ma magari non belli, c'è un minuto in cui sanno essere meravigliosi, il fatto estetico è una conseguenza del talento. So di non essere il mostro di Notre Dame ma non sono neanche Raoul Bova, ben vestito e camuffato posso andare. Volevo tranquillizzare quelli che fanno i calendari. Mi piacequando mi viene riconosciuto che ho un bello sguardo, ho imparato negli anni a usarlo».
Lei ha scelto il bene: carabiniere, sacerdote, commissario.
«Credo di essere agevolato, nel senso che i cattivi non me li offriranno, ho la faccia da bravo ex ragazzo . Non dico che non sia stimolante, ma vorrei che avesse un'evoluzione. Uno cattivo dall'inizio alla fine non esiste».
Però le piace far ridere: ad "Affari tuoi" improvvisa sketch, infila una battuta dietro l'altra.
«Non sono un comico, ho imparato grazie alla scuola di Proietti che è importante la leggerezza, anzi fondamentale, e spesso è confusa e tradotta in superficialità. Che conta il modo in cui si fanno le cose. Era straordinario vedere Gigi sul palco fare l'ubriaco: riusciva a farti capire la differenza tra il personaggio e l'arte di recitarlo. Ho imparato la sua lezione, il teatro è un bellissimo gioco. Non lavoro in miniera, non salverò il mondo. Però ho le mie paure. Quando mi hanno proposto Affari Tuoi ci ho pensato».
E com'è andata?
«Mi hanno incastrato in tre: un amico sacerdote, un altro amico che mi ha ristrutturato la casa e uno degli autori, ognuno con la propria motivazione. Stavo per scappare e mi hanno convinto: se non m'avessero preso al provino non sarebbe successo niente».
Invece è andata. Ma a giugno lascerà.
«Questo mestiere è un viaggio, non la meta. A ottobre porto in giro nei teatri Senza swing con la regia di Giampiero Solari. Se mi dicessero: "Fai altre cinque serie al 96% di share", risponderei: "No, grazie". Lo stesso vale per il gioco dei pacchi che ho sempre fatto da attore, anzi da artigiano. Mi piace l'idea di fare cose nuove».
Però a 43 anni vive ancora con i suoi.
«Daje co' sta storia. Sto cercando casa, faremo un'anteprima con gli inviati della Vita in diretta un reality che durerà anni: dall'agenzia immobiliare all'arrivo dell'idraulico».
Silvia Fumarola
per "La Repubblica"
(12/5/08)