News inserita da: Simone Rossi (Satred)
Fonte: Ansa
La riforma della Rai non e' piu' rinviabile, perche' l'azienda non puo' competere ''impacciata'' dalle norme amministrativo-contabili e insieme ''paralizzata da spinte e controspinte politiche'': e' il monito del presidente dell'Autorita' per le garanzie nelle Comunicazioni, Corrado Calabro', che nella Relazione annuale al Parlamento promuove l'ipotesi di un provvedimento ad hoc per cambiare la governance della tv pubblica.
Calabro' chiede che ''alla riforma della Rai si pervenga al piu' presto, puntando sull'efficienza, magari enucleando e anticipando alcune norme indifferibili che coniughino il carattere imprenditoriale della governance con il perseguimento degli obiettivi di fondo di un servizio pubblico con marcate finalita' d'interesse generale, svincolato dall'abbraccio dei partiti''.
La riforma di Viale Mazzini, insiste Calabrò nella Relazione, "é un tema importante sotto l'aspetto ideologico-politico e urgente sul piano pratico". "La Rai - sottolinea ancora il presidente dell'Agcom - non può competere - e non può nemmeno funzionare accettabilmente - impacciata, com'é, da un reticolo di norme amministrativo-contabili che mal si attaglierebbero a un'amministrazione tradizionale (e che non sono affatto inscindibili dalla missione di servizio pubblico dell'ente) e, nel contempo, paralizzata da spinte e controspinte politiche".
Tra i principali compiti della Rai c'é il recupero della qualità, secondo Calabrò, che cita l'esempio positivo della Bbc: la nostra tv pubblica si è infatti appiattita sulla tv commerciale, con una "omologazione al ribasso che sbiadisce la missione del servizio pubblico e colloca la nostra televisione al di sotto di altre televisioni europee".
"Il contratto di servizio con la Rai - ricorda Calabrò nella Relazione - prevede l'elevazione della qualità, e si è insediato l'apposito Comitato chiamato a monitorare l'osservanza di quella indicazione. Ma essa resterà lettera morta se e fino a quando non permeerà il convincimento della stessa Rai; la quale ha risorse professionali per tradurla in atto".
Il presidente dell'Agcom, in particolare, punta il dito contro gli approfondimenti, "dominati da fatti di cronaca raccontati con l'occhio rivolto all'audience", obiettivo che "porta a smodate intrusioni nella vita privata delle persone", e contro la "'mimesi del processo' in televisione", cioé la prassi di trasferire i giudizi dalle aule dei tribunali al piccolo schermo, tema già oggetto di un atto di indirizzo adottato dall'Agcom a febbraio scorso.
FINE DUOPOLIO, CON SKY E' MERCATO A TRE - Dal duopolio, che ancora caratterizza la distribuzione degli ascolti, al 'mercato a tre', con Rai, Mediaset e Sky che occupano ''posizioni comparabili'' sul fronte dei ricavi, grazie alla crescita del satellite: e' l'evoluzione del settore tv fotografata dal presidente dell'Autorita' per le garanzie nelle Comunicazioni.
''Permane la concentrazione binomiale di emittenti per quanto riguarda l'audience (Rai e Mediaset sono all'82.3% e raggiungono insieme l'84.1% dei ricavi nel mercato della raccolta pubblicitaria, ndr) - rileva Calabro' - ma in un assetto economico complessivo che vede ormai tre soggetti in posizioni comparabili, per il ruolo sempre crescente assunto da Sky Italia: nel 2007 la Rai ha registrato ricavi per 2.739 milioni di euro, Rti per 2.411 milioni, Sky per 2.347 milioni''. Fatturati che, fa notare l'Autorita', si riferiscono al mercato italiano e prendono in considerazione solo ricavi netti da pubblicita' e pay tv.
TLC: SETTORE A CAPOLINEA, SERVE BANDA LARGA - "L'espansione del settore tlc con le vecchie tecnologie, che pure ha registrato tanti successi, è ormai giunta al capolinea". Secondo Corrado Calabrò "senza il passaggio alla banda larga il digital divide" si estenderà "tra i Paesi avanzati che procedono ad alta velocità e l'Italia instradata su binari a scartamento ridotto". Nel 2007, dice l'Agcom, la spesa finale per le tlc è stata pari a 35,82 miliardi di euro, con una variazione nulla rispetto all'anno precedente.