La proposta di Petroni: canone Rai nelle bollette della luce
News inserita da: Simone Rossi (Satred)
Fonte: Il Secolo XIX
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Il testo prevede sostanzialmente due cose: sarà chiamato a pagare l’imposta chiunque sia titolare di un contratto di energia elettrica, perché appare scontato che per far funzionare il televisore serve la corrente e non solo l’apparecchio tv.
Secondo, l’onere della prova sarà a carico del cittadino e non dell’amministrazione e, nel caso, gli utenti che hanno un contratto di fornitura elettrica ma non un televisore in casa dovranno sostenere con una dichiarazione scritta che non possiedono una Tv. In poche parole, chi paga la bolletta Enel sarà tenuto a pagare anche il canone Rai.
A confermare al Secolo XIX che il progetto è arrivato alla fase finale è lo stesso Petroni. «In Grecia, Paese che ha adottato il presupposto del contratto elettrico per il pagamento del canone, l’evasione viene recuperata integralmente, perché se i controlli sono fatti bene è difficile che qualcuno resti fuori. Lo studio sulla riforma del canone è già stato visionato dal Cda della Rai ed ora aspettiamo che venga vagliato dal ministro dell’Economia».
Nel testo, 70 pagine in tutto, vengono analizzati persino i giudizi della Corte Costituzionale sulla natura e i presupposti che obbligano al pagamento del canone. Quanto al secondo requisito, l’onore della prova a carico dei cittadini e non dell’amministrazione, la dichiarazione sostitutiva dovrebbe garantire “il valore relativo e non assoluto” della stessa presunzione, senza incorrere in rischi di incostituzionalità.
Ma quanto costerà mettersi in regola, per chi non ha pagato il canone negli anni scorsi? All’articolo 8 del progetto di legge è scritto: «Con il pagamento dell’imposta per il servizio pubblico generale radiotelevisivo per l’anno 2009 e con il versamento della somma di 20 euro per ogni annualità del canone non corrisposta dall’anno 1999, viene estinta ogni violazione».Il condono, infatti, va letto in parallelo alle sanzioni amministrative, elencate nell’articolo 7, con l’inasprimento delle ammende. «In caso di mancato pagamento dell’imposta a decorrere dal 1° gennaio 2009, è comminata una sanzione amministrativa in aggiunta all’imposta dovuta e agli interessi di mora compresa tra 500 e 2.000 euro per ciascuna annualità dell’imposta ordinaria evasa, e tra 2 mila e 8 mila euro per ciascuna annualità dell’imposta speciale evasa».
Pugno di ferro per chi non paga, insomma, visto che le sanzioni previste vanno da un minimo di 103,29 euro a un massimo di 516,45 euro, senza differenza tra i privati e gli esercizi pubblici. Per quel che concerne, invece, le esenzioni per i disagiati “si tratta di pensionati e invalidi che fruiscono di trattamenti pensionistici bassi (559,91 euro mensili nel 2007), nei cui confronti si intende rafforzare il vincolo di solidarietà sociale destinato alla riduzione dell’imposta ordinaria”, applicabile grazie al maggior gettito previsto. In tutto le famiglie beneficiarie della riduzione d’imposta dovrebbero essere un milione e mezzo.
L’ultima, importante novità, riguarda la riscossione: dovrebbe essere affidata ad Enel o ad altri fornitori di energia elettrica, che si occuperanno anche di individuare i soggetti di imposta, assicurare la regolarità del gettito e inviare a casa i bollettini di pagamento. Il bollettino sarà inviato all’inizio di ogni anno, insieme alla bolletta enel del bimestre precedente.
In Grecia il sistema ha funzionato. In Italia (dove si registra il 27% di evasione del canone, il più alto d’Europa, con quasi 6 milioni e mezzo di italiani al nero e un mancato gettito di 678 milioni di euro), assicura Petroni, “funzionerà”.
Massimiliano Lenzi
per "Il Secolo XIX"