News inserita da: Giorgio Scorsone (Giosco)
Fonte: Il Corriere della Sera
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Televisione
sabato, 18 ottobre 2008 | Ore: 00:00

Fedele Confalonieri articola il suo pensiero durante la registrazione della trasmissione «Il Grande Talk» — l'osservatori laboratorio sulla tv condotto da Alessandro Zaccuri, in onda ogni venerdì alle 22.35 su Sat2000 (canale 801 Sky e digitale terrestre) — rispondendo ad una domanda sulla crisi di ascolti di alcune fiction come Crimini bianchi. «Crimini bianchi è una fiction di ottima qualità ma a me ad esempio crea molta ansia — ha detto Confalonieri —,
proprio alcuni giorni fa parlando con alcuni collaboratori televisivi ho detto che secondo me questo non è il momento di fare programmi ansiogeni e ho ricordato il periodo della grande depressione americana e i film di Frank Capra, film pieni di ottimismo e di speranza».
Maurizio Costanzo conferma: «In epoca di ansia vuoi le favole. Per la fiction e la finzione in generale sono convinto sia così. L'ho scritto in un mio articolo già un mese fa. Crimini bianchi è una fiction di qualità, ben recitata, ha tutti i numeri per fare bene. Eppure... In periodi di crisi come questo sei spaventato, non vuoi l'ospedale. Sarebbe successo anche a E.R.». Come dire il meglio della fiction ospedaliera made in Usa. Aggiunge il direttore di Parioli e Brancaccio: «Non capivo certi risultati di ascolto, l'intuito mi ha portato a questa conclusione: in tempi di crisi hai bisogno di un altrove non ansiogeno. Lo stesso discorso vale anche per i polizieschi, lo spettatore va alla ricerca del lieto fine. Diverso il caso degli altri programmi, come i talk, ma nella fiction cerchi un'evasione che non dia inquietudine e angoscia». Chiude con una battuta: «Le fiction vanno in cantiere con un anno di anticipo. I produttori, oltre a far bene il loro lavoro, dovrebbero prevedere anche le crisi».
Confalonieri ha parlato in generale anche degli ascolti televisivi di Mediaset spiegando che per la televisione come in ogni settore ci sono degli alti e dei bassi. «Spesso si fanno delle sperimentazioni — ha aggiunto Confalonieri —, Il ballo delle debuttanti ad esempio doveva essere una di queste, la bella storia di una Cenerentola che va ali ballo, e non è stato così. Ci sono programmi, invece, come Striscia la notizia, che esiste da vent'anni e ancora oggi quando va male non scende sotto il 26% oppure come Zelig».
Per il presidente di Mediaset, il fallimento di alcuni di questi programmi è da collegare al fatto che «quattro, cinque, addirittura sei programmi di intrattenimento sono decisamente troppi. E poi non c'è più il grande mattatore, non siamo più ai tempi di Studio Uno, inonda il sabato sera con un grande conduttore, due ballerine come le Kessler e i comici».
Una battuta il presidente di Mediaset l'ha dedicata anche a Sky e agli altri mezzi multimediali che nel giro di pochi anni potrebbero mandare in pensione la vecchia televisione. «Tutte le previsioni di questo genere fatte in passato si sono rivelate sbagliate — ha ammonito Confalonieri —. Si pensava che il libro fosse destinato a scomparire e invece, nella crisi dell'editoria, quello che resiste meglio è proprio il più vecchio dei media».
Renato Franco
per "Il Corriere della Sera"
per "Il Corriere della Sera"