News inserita da: Simone Rossi (Satred)
Fonte: Il Giornale

Nessun adulto può immaginare che le immagini diffuse dal «re degli elettrodomestici» stanno ipotecando il futuro di quel baby-telespettatore. Il quale, da grande, l'ara lo sue scelte professionali anche sulla base degli spot e dei programmi seguili con maggiore interesse durante i primi anni di vita. La scoperta è di un'equipe di studiosi della comunicazione dell'Università di Philadelphia che è ricorsa a concetti complessi nome «cifra cognitiva», «dati pluri-sensoriali» e «range emotivo».
Cerchiamo di tradurre, ricorrendo a un possibile slogan: «Dimmi che tv guardi da piccolo e ti dirò che farai da grande». Possibile? Secondo la sperimentazione condotta da scienziati specializzati in messaggi mediatici e psicopediatria, ci sarebbe infatti una stretta relazione tra i gusti televisivi della prima infanzia e le future scelte professionali. Il campione ha preso in esame oltre mille lavoratori americani, divisi per ambiti occupazionali.
I risultati che emergono dal sondaggio presentano aspetti tanto sorprendenti da strappare più di un sorriso. Qualche esempio? Se da piccolo hai un debole per i programmi di avventura e la reclame dei giocattoli, sei destinato a fare il manager.
Da bambino preferivi le trasmissioni sportive e le pubblicità sugli omogeneizzati? Da grande hai ottime possibilità di diventare un artigiano. Futuro da bancario, invece, per i bimbi che guardavano attentamente telegionali e «consigli per gli acquisti» sugli orologi. Chi, già. in tenera età, è ipnotizzato dai reality show tipo «Grande Fratello», si prepari a fare l'ingegnere; mentre gli attuali giornalisti avrebbero avuto da piccini una speciale predisposizione per talk show e spot sui detersivi.
In Italia, per analizzare il fenomeno l'influenza televisiva sui minori, si è ricorso a ricerche di stampo più rigorosamente tradizionali. La più recente e quella curata da Rai Educational e affidata alla psicologa Anna Oliverio l'crrais: «Con i bambini più piccoli - sottolinea l'esperta - è consigliabile limitare i tempi di esposizione al teleschermo. Con i più grandi si può lavorare cercando di sviluppare in loro le capacità critiche. Questo tipo di intervento educativo può essere svolto aiutandoli a decodiflcare le immagini (molto spesso ricche di messaggi subliminari), a capire le intenzioni dei pubblicitari e i trucchi che questi utilizzano per catturare l'attenzione dei potenziali acquirenti».
Ma la realtà e diversa e molto più allarmante. «Oltre la metà dei minori segue la tv dalle due alle quattro ore al giorno, spesso in completa solitudine, dedicando ad ossa un tempo superiore a quello impiegato nelle attività scolastiche, sportive o relazionali (1.100 ore di televisione all'anno contro 800 ore di scuola)», denuncia uno studio curato dal Centro Nazionale . Minori. Dati confermati da un'indagine dell'Osservatorio Tedesco su un campione di bimbi con età compresa fra i 2 e i 16 anni: «Per il 100% del campione la televisione influisce sul comportamento del bambino».
Influsso positivo o negativo? Il dibattito è aperto. Ed è bene che vada «in onda» sui video di ogni famiglia.
Nino Materi
per "Il Giornale"