Informazione in tv - L'epidemia del touch screen
News inserita da: Giorgio Scorsone (Giosco)
Fonte: Il Riformista
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Televisione
sabato, 15 novembre 2008 | Ore: 00:00

Evidentemente sono partiti una quantità di ordini, e cosi - ora che sono stati evasi - non c'è programma di informazione che si rispetti che non lo imponga ai telespettatori, spesso anche quando non ce ne sarebbe bisogno. Sembra quasi che le notizie siano più notizie se ingrandite magicamente con lo sfiorare di un dito.
Bisogna dare atto proprio agli early-user di aver utilizzato il mezzo con una certa discrezione, mentre i neofiti ogni tanto ci fanno assistere a curiosi siparietti nei quali si vedono i fogli virtuali staccarsi assai difficilmente dalle loro dita, come se fossero appiccicati con la vecchia coccoina. E un'ulteriore riprova, se ce n'era bisogno, che siamo sempre pronti a mitizzare la tecnologia per il suo contenuto ludico piuttosto che per il supporto che può dare al miglioramento dell'informazione.
Da alcuni anni, oramai, praticamente in tutte le televisioni del mondo i giornalisti si montano personalmente i pezzi direttamente sul proprio computer, utilizzando tecnologie applicate all'audio-video derivate dallo sviluppo delle Paint-box e del successivo Harry: in Italia, mentre c'è la corsa a chi ha il touch-screen più grande, si sciopera ancora contro l'introduzione di mezzi che potrebbero rendere molto più veloce, autonomo e dinamico la realizzazione di servizi audio-video.
Si è scioperato anche contro l'interruzione della serata della terza rete Rai con uno spazio informativo... e invece la night-line che ne è nata si sta rivelando un prodotto giornalistico vario, interessante e molto più nuovo del solito tg di mezza sera raccontato dal solito mezzo-busto.
Certo, c'è più da lavorare, ma credo che anche chi ha protestato si è convinto che gli sforzi in più richiesti ne valevano la pena. Speriamo solo che non ci si faccia ora contagiare dall'ultima novità americana: l'ologramma. Meglio passare ancora un po' di tempo a usare un po' meglio, e un po' meno, il touch screen.
Alberto Contri
per "Il Riformista"
per "Il Riformista"