
VILLARI: «NON SO CHE DIRE» - «Non so che dire... Non intendo commentare» ha detto il presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Riccardo Villari, uscendo all'aula del Senatoa chi gli chiedeva un commento alla decisione dei presidenti di Camera e Senato di revocare la commissione che presiede. Villari ha mantenuta la sua calma e ha cercato di schivare i giornalisti. Alla domanda su perché ha convocato per venerdì prossimo la commissione, si è limitato a dire: «Dopo quanto è successo è giusto convocarla, è la sede giusta per discutere».Â
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Villari peraltro non intende neanche commentare le dichiarazioni di Antonio Di Pietro che ha definito la decisione presa dalla Giunta del regolamento di Camera e Senato come «peggiore del male». «Scusate - replica - non ho gli elementi...». Il presidente della Commissione di Vigilanza della Rai segue i lavori dell'aula sul federalismo fiscale, seduto al suo scranno che è tra i banchi del Pd, nonostante sia stato espulso dal partito per essersi rifiutato di dimettersi dalla presidenza della commissione. Villari si è solo allontanato per un breve periodo per andare a San Macuto ma è ritornato per votare sugli emendamenti.
IL COMUNICATO DI SCHIFANI E FINI - «Il Presidente del Senato, Renato Schifani, e il Presidente della Camera, Gianfranco Fini - si legge nel comunicato congiunto - preso atto dell'esito infruttuoso di tutti i tentativi posti in essere per giungere a una soluzione politica della vicenda, hanno sottoposto alle due Giunte per il Regolamento la situazione, straordinaria ed eccezionale, determinatasi nella Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, a seguito delle dimissioni di 37 dei 40 componenti e della dichiarazione dei Capigruppo di non voler procedere alla designazione di altri parlamentari in sostituzione dei dimissionari, Commissione che pertanto si trova nella evidente impossibilità di svolgere le rilevanti funzioni che l'ordinamento le assegna. Le Giunte hanno deliberato due pareri di analogo contenuto, con i quali riconoscono esclusivamente ai Presidenti delle Camere, d'intesa fra loro, al fine di garantire le condizioni di funzionamento della Commissione di vigilanza, il potere di procedere al rinnovo integrale di tale organo, da esercitare tempestivamente, attraverso la revoca di tutti i suoi componenti, la nomina dei nuovi membri e la ricostituzione della Commissione stessa. Ciò stante la accertata, permanente e irreversibile impossibilità della Commissione stessa - titolare di competenze essenziali nell'ordinamento e di una funzione di garanzia costituzionalmente fondata e riconosciuta dalla giurisprudenza della Corte costituzionale - di svolgere le proprie funzioni. I Presidenti delle Camere procederanno quindi ai conseguenti adempimenti».
VILLARI CONVOCA LA COMMISSIONE: «NON ESCLUDO UN RICORSO» - Riccardo Villari, ha replicato convocando per venerdì alle 13,30 la Commissione. All'ordine del giorno ci sarebbero le «comunicazioni del presidente». «Sono sereno e una cosa mi ha insegnato questa vicenda, quella di giudicare dopo aver capito» ha commentato il presidente della Commissione di vigilanza Rai. Villari non ha escluso la possibilità di un ricorso: «aspettiamo, vedremo».
DI PIETRO: «SOLUZIONE PEGGIORE DEL MALE» - «La soluzione scelta è peggiore del male» secondo Antonio Di Pietro, che si è detto del tutto contrario allo scioglimento della commissione di vigilanza Rai. «Villari - ha sottolineato il leader dell'Idv - è stato eletto per fare un torto al'Italia dei Valori. Ora chi lo ha eletto vorrebbe mandarlo via, ma non si può aggiungere illegittimità a illegittimità . Villari si deve dimettere, ma deve essere una sua decisione e si deve trovare una soluzione politica. Non si può stravolgere la legge costituzionale e la prassi per rimediare a una coltellata politica».