Cda Rai, le reazioni dei consiglieri alla fine del contratto con Sky
News inserita da: Giorgio Scorsone (Giosco)
Fonte: ASCA / AGI
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Televisione
giovedì, 30 luglio 2009 | Ore: 00:00

«Il direttore generale, Mauro Masi - spiega Van Straten - , non ha infatti mai ritenuto di avanzare, forse nel timore che venisse accolta, una controfferta Rai in risposta all'offerta di Sky, che prevedesse un pagamento anche per i canali generalisti e per quelli del digitale terrestre. In Consiglio di Amministrazione, insieme al collega Rizzo Nervo, ho più volte richiesto un'informazione approfondita sullo stato della trattativa e sollecitato il direttore generale a verificare fino in fondo la possibilita' di un accordo commerciale. Purtroppo inutilmente».
«Il risultato finale - dice il consigliere - sembra un paradosso: il contratto per i canali RaiSat è saltato e con esso il compenso di 50 milioni di euro che Rai riceveva, e Rai 1, Rai 2 e Rai 3, il vero punto del contendere, continueranno, almeno per ora, a essere pressoché integralmente visibili su Sky, con l'eccezione dei prodotti, soprattutto sportivi, su cui Rai non ha diritti internazionali. Il danno che Rai ne ricava è del tutto evidente. Così come sono fin da ora prevedibili le polemiche cui assisteremo quando la partita della nazionale con la Georgia a settembre risulterà oscurata per gli spettatori di Sky».
Il consigliere Nino Rizzo Nervo aggiunge: «sono stato sempre convinto, ed oggi lo sono ancora di più, che il mancato accordo con Sky è per la Rai un danno enorme la cui responsabilità ricade pienamente su chi ha condotto la trattativa. Non si risponde in maniera generica ad un’offerta dopo un silenzio durato 55 giorni, e non si imposta una trattativa (ma dubito che si possa parlare di una vera trattativa) sulla base di una controversa e non chiarita interpretazione dell’art.26 del Contratto di servizio sulla cosiddetta neutralità tecnologica e su una previsione di sviluppo della piattaforma pay satellitare e del mercato televisivo poco attendibile».
Per Rizzo Nervo, quindi, «il risultato è stato un capolavoro di imprudenza: la Rai ha rinunciato alla possibilità di cospicui ricavi solo se avesse trattato al meglio i canali forniti da Raisat e sarà con ogni probabilità costretta a restare sulla piattaforma gratis con le sue reti di maggiore appeal, le generaliste. Nel frattempo si sono create le condizioni, peraltro facilmente prevedibili, per la crisi di una consociata che perde con Sky il suo principale ed unico cliente esterno al gruppo. Né è pensabile che a Raisat possano essere affidati i nuovi canali del servizio pubblico per il digitale terrestre la cui titolarità, responsabilità editoriale e realizzazione non possono che essere, a termini di legge, della Concessionaria, così come avviene per Rai1, Rai2, Rai3, Rainews24, Raisport, Raistoria ecc.».
In definitiva, «una brutta storia, caratterizzata anche da pesanti invasioni di campo, che ha determinato per la Rai un danno economico così rilevante che, come è facile prevedere, sarà oggetto di approfondimenti da parte dell’azionista e della Corte dei Conti: erano infatti in gioco interessi aziendali di grande importanza sia per la rilevanza strategica del tema (presenza dell’offerta del servizio pubblico sulla piattaforma pay che conta milioni di famiglie abbonate che pagano anche il canone) sia per gli immediati effetti economici negativi in un momento critico per i bilanci del gruppo».

Per Rizzo Nervo, quindi, «il risultato è stato un capolavoro di imprudenza: la Rai ha rinunciato alla possibilità di cospicui ricavi solo se avesse trattato al meglio i canali forniti da Raisat e sarà con ogni probabilità costretta a restare sulla piattaforma gratis con le sue reti di maggiore appeal, le generaliste. Nel frattempo si sono create le condizioni, peraltro facilmente prevedibili, per la crisi di una consociata che perde con Sky il suo principale ed unico cliente esterno al gruppo. Né è pensabile che a Raisat possano essere affidati i nuovi canali del servizio pubblico per il digitale terrestre la cui titolarità, responsabilità editoriale e realizzazione non possono che essere, a termini di legge, della Concessionaria, così come avviene per Rai1, Rai2, Rai3, Rainews24, Raisport, Raistoria ecc.».
In definitiva, «una brutta storia, caratterizzata anche da pesanti invasioni di campo, che ha determinato per la Rai un danno economico così rilevante che, come è facile prevedere, sarà oggetto di approfondimenti da parte dell’azionista e della Corte dei Conti: erano infatti in gioco interessi aziendali di grande importanza sia per la rilevanza strategica del tema (presenza dell’offerta del servizio pubblico sulla piattaforma pay che conta milioni di famiglie abbonate che pagano anche il canone) sia per gli immediati effetti economici negativi in un momento critico per i bilanci del gruppo».