Cesare Lanza voce fuori dal coro: 'Che ipocrisia la beatificazione di Mike'
News inserita da: Simone Rossi (Satred)
Fonte: Il Giornale
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Televisione
venerdì, 11 settembre 2009 | Ore: 00:00

Non credo che l’uomo abbia un ruolo centrale nell’universo e non penso - è un’ovvietà, ma ricordiamola, dal momento che vistosamente si scorda - che la morte sia un fatto straordinario. Gli uomini muoiono, come il giorno e la notte, i fiori, gli alberi, una volta i dinosauri e oggi i cani e i gatti, gli uccelli, muoiono come i sogni, le avidità, le meschinità, i desideri, le ambizioni, le tentazioni, come tutte le caducità della nostra misera apparizione terrestre. Muoiono i nostri vicini di casa, i nostri genitori e i nostri figli, moriremo noi: è normale.
Non capisco proprio perché, quando si tratti di un personaggio famoso e popolare, si debba trattare l’evento come una indispensabile santificazione del defunto, un episodio epocale, immancabilmente da consegnare alla storia... Eppure questo meccanismo compulsivo e, scusatemi, un po’ sciocco, scatta regolarmente, inesorabilmente, da ogni angolazione, senza memoria e senza pudore, per irresistibile e dilagante ipocrisia: perfino in morte di Oriana Fallaci, giornalista e scrittrice di mostruosa bravura, odiata detestata e ferocemente aggredita in vita... perfino lei fu insultata un po’ meno, quando ci lasciò, o addirittura elogiata dai suoi acerrimi precedenti avversari.
Così, di Mike Bongiorno, abbiamo appreso - sono citazioni testuali! - che addirittura fu più importante di Garibaldi. Che può essere considerato un poeta dadaista e un attore vittoriano.