LA STORIA:
"Le Segretarie del sesto" racconta la storia di un ambiente lavorativo, una grande società assicurativa che governa tutto il Centro-Sud dell'Italia.
All'interno di questa struttura accade un terremoto: il capo, il potente direttore Verbieri è costretto, per ragioni personali, a lasciare il timone del comando e a ritirarsi. Ciò da origine ad una battaglia intestina per la successione a cui partecipano tutti gli alti dirigenti che si dimostrano ben presto pronti ad usare tutti i mezzi a disposizione per ottenere il raggiungimento del loro scopo.
Tutto ciò avviene all’ombra di una crisi economica generale che coinvolge tutti i settori compreso quello assicurativo e nello specifico la stessa compagnia. I rischi sono quelli che corrono tutte le aziende in questo periodo storico, fatturato in diminuzione, calo occupazionale, tagli del personale.
Con i toni della commedia, il film racconta come le donne nel mondo del lavoro stiano assumendo sempre più i difetti degli uomini. La storia si fa metaforica e travalica l’accanita lotta che si scatena al sesto piano della compagnia assicurativa per abbracciare un po’ tutto l’universo femminile che si dibatte tra le incertezze e le contraddizioni del vivere odierno che vede la donna costretta ad affrontare i diversi ruoli che la società le impone: lavoratrice, moglie, madre. Resistere a tutti questi compiti ed essere capace di sostenerli al meglio e in modo efficace è una sfida titanica e per questa ragione spesso impossibile da realizzare.
In una società che ha praticamente azzerato le differenze tra uomini e donne la proverbiale solidarietà femminile è andata perdendosi sempre più lasciando spazio ad una rivalità competitiva che lascia poco spazio all’amicizia. La tenerezza, la comprensione e la sorellanza, tipici atteggiamenti femminili, si sono trasformati in durezza, pragmatismo, desiderio di affermazione, insomma i difetti tipici del mondo maschile. Il tutto ovviamente accentuato dal periodo di crisi e precarietà che si vive tutti in questi anni e che, nel film, viene rappresentato attraverso il personaggio di Romeo già presente in “Commesse”, ex dipendente omosessuale in un negozio d’abbigliamento, attualmente disoccupato e alla disperata ricerca di un impiego per ottenere il quale è costretto a sottomettersi a regole non certo consoni all'etica lavorativa.
La commedia è giocata su scene rapide e sincopate, le diverse storie si intrecciano aprendosi e chiudendosi in continuazione sui protagonisti che vengono seguiti dalla macchina da presa in un montaggio serrato e sempre in movimento accentuando l’ansia di prestazione dei personaggi e la loro eterna fretta di imporsi e di resistere alla vita.