La ''guerra delle televisioni'' al centro di 'Radio anch'io' di oggi (con audio)
News inserita da: Giorgio Scorsone (Giosco)
Fonte: Digital-Sat (original)
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Televisione
mercoledì, 18 novembre 2009 | Ore: 00:00

Tra i temi affrontati ovviamente lo switch-off romano su cui Ambrogetti ha precisato come non si sia trattato di una scelta volontaria, ma di una imposizione europea: «L'Europa ha imposto a noi e ad altri paesi europei di passare al digitale entro il 2012. Per rispettare una scadenza così importante, le emittenti, il governo, tutte le istituzioni, hanno previsto un calendario che consentisse un transizione graduale per un passaggio che, come abbiamo visto a Roma, è abbastanza complicato».
Di parere diverso è Paolo Romani che precisa come «il digitale terrestre non sia un’imposizione ma una scelta europea e italiana, portata avanti da leggi del centrodestra e del centrosinistra alla quale noi abbiamo ottemperato. Non abbiamo sottovalutato le difficoltà e non diamo dichiarazioni di risultato positivo senza aver fatto attente verifiche». Sullo switch off romano ha risposto ad una domanda sul calo degli ascolti: «Certo ci sarà anche se di poco peso perché nei primi giorni è fisiologico. Il digitale non consente di vedere i programmi male, avvolti nella nebbia, o si vede o non si vede nulla».
Altro argomento caldo, peraltro di recentissima attualità, è la dichiarazione di Corrado Calabrò sulla trasmissione della Rai sulla piattaforma Sky: Gentiloni si dice «soddisfatto, perché si rende fede al contratto di servizio che io stesso, da ministro, firmai», ribadendo fedeltà al concetto di "tutte le piattaforme" in essa contenuto. Il viceministro Romani specifica la sua interpretazione del medesimo documento, ovvero "tutte le piattaforme gratuite", tra cui quindi non è ascrivibile Sky.
Sul canone Rai, dopo aver risposto ad alcune domande di radioascoltatori, Giancarlo Leone ha richiesto che questo venga adeguato agli altri paesi europei: «Il canone italiano è notoriamente il più basso d'Europa e, notoriamente, l'offerta del servizio pubblico italiano è quella maggiore rispetto a tutti i paesi europei, cioé 12 canali per il solo costo del canone. Quindi credo che da questo punto di vista sia necessario un adeguamento del canone».
Federico Di Chio è intervenuto sul ricorso all'Antitrust sulla Digital Key: «Secondo noi con questa manovra Sky da un lato viola uno degli impegni che ha sottoscritto quando è entrata nel mercato italiano con l'Autorità Antitrust europea, cioé non avere nulla a che fare con la piattaforma digitale terrestre, come operatore del servizio. Poi lo fa perpetuando, secondo noi, quella vocazione alla chiusura che caratterizza anche il suo approccio al satellite, perché di fatto prende solo l'offerta che in qualche modo gli serve, quella gratuita, e si guarda bene dal rendere disponibile sul suo decoder anche l'offerta che gli farebbe concorrenza».
Interessante la risposta di Di Chio ad una domanda di un ascoltatore che lamentava il cambiamento di politica operato da Mediaset Premium passando da pay per view a pay tv: «E' chiaro che le offerte pay si evolvono nel tempo, siamo partiti con un modello di pura PPV che serviva per entrare in un mercato e anche a qualificare questa nuova piattaforma. Poi è chiaro che si devono fare i conti con i costi dei contenuti (per esempio i diritti del calcio) con i modelli che evolvono: restiamo però nel panorama competitivo con l'offerta di gran lunga più conveniente, al di là degli aspetti promozionali resta un'alternativa importanti nel panorama che può convivere benissimo con l'offerta Sky. Sono due modelli d'offerta diversi, complementari, c'è spazio per tutti in questo mercato...».
Un'analisi dell'intero settore la propone Marco Gambaro: «Il digitale terrestre è entrato in una fase di ampia diffusione e a questo punto il numero di persone che possono riceverlo è ampio e quindi è possibile pensare canali di una certa qualità, con la potenzialità di cambiare il profilo dell'ascolto. Più in generale, mi sembra che si colleghino i diversi mercati (pay, tv pubblica e commerciale) e ciascuno degli operatori con potere di mercato cerca di andare dagli altri a mettere un piedino: Mediaset fa l'offerta a pagamento, Sky entra nel DTT, la Rai e il suo nuovo portale internet, Mediaset la seguirà a gennaio e tutti sono pronti ad occupare gli spazi che si liberano».
Tra le altre questioni affrontate anche i problemi relativi all'ordinamento canali LCN, al ruolo della Rai nella "guerra delle piattaforme" e il rapporto costi e benefici del passaggio al digitale. Per ascoltare integralmente la trasmissione radiofonica, è sufficiente premere il tasto play nel lettore qui sotto.
Giorgio Scorsone
per "Digital-Sat.it"