Donelli (Canale 5): 'Contro la Rai vinco facile, hanno finito le cartucce'
News inserita da: Simone Rossi (Satred)
Fonte: La Stampa
Ha visto, Donelli, che Checco Zalone è in testa agli incassi dei film? Dica la verità: qualche volta, con quel che dice a Zelig di Berlusconi, le ha fatto venire il cardiopalma.
«Certo che ho temuto l’infarto, ma dal troppo ridere. Lo conosco da un sacco di tempo e so che è un ragazzo serio: con lui, mai avuta una preoccupazione. Con professionisti così si va sul sicuro, e chi mi conosce sa che non c’è nulla di più lontano dalla mia testa della censura».
Più che con Checco Zalone, però, Massimo Donelli, da tre anni direttore di Canale 5, si diverte con il digitale terrestre.
La tempesta che sta rivoluzionando gusti e abitudini del pubblico, visto che ha catapultato lo spettatore medio da una ventina di canali a un ventaglio di più di cento, finisce addirittura, dice lui, per esaltarlo: «Da giornalista son passato dal piombo alla fotocomposizione, poi ho visto nascere Internet e ho vissuto il suo impatto sulla carta stampata. Il cambiamento è la mia droga, cosa vuole mai che m’importi?»
Come vi state attrezzando?
«Con idee adatte a un pubblico nuovo. Vuole un esempio? La puntata zero della Stangata, il nuovo quiz di Gerry Scotti dopo Chi vuol esser milionario, andrà sul web prima che in tv. Sarà visibile al sito www.tv.mediaset.it/quimediaset e chiunque potrà dire la sua su un forum».
Come sta andando, dopo lo switch off di Piemonte e Val d’Aosta, Lazio e Campania?
«Le due grandi reti generaliste, Canale 5 e Raiuno, tengono eccome. E il periodo di garanzia d’autunno si è chiuso per noi con ottimi risultati. Vuole che dia un po’ di numeri? Nel cosiddetto target commerciale, cioè la fascia dai 15 ai 64 anni, Canale 5 raggiunge il 23,5 di share contro i 18,44 di Raiuno; nelle 24 ore, Canale 5 è al 22,53% contro i 17,06 di Raiuno. Se si considera poi il totale del pubblico, nel prime time Canale 5 è al 20,89 di share, un meno 1,2 percentuale rispetto alla concorrenza, e sulle 24 ore le due reti sono alla pari con il 20,95. Pensi alle bordate che hanno sparato sul Grande Fratello: e Pinocchio, e Il medico in famiglia...Poi hanno finito le cartucce e lunedì scorso, contro Le vite degli altri, film bello ma un po’ difficile, noi abbiamo fatto il 28 e loro il 15. Ma il dato migliore arriva dal paragone con l’anno scorso, nel periodo omologo: noi cresciamo e Raiuno cala. Se poi tiene conto dell’effetto Tribù...».
Già, il programma fantasma che fu cancellato. Com’è andata davvero?
«Ci sono fior di comunicati ufficiali e non intendo tornarci sopra. Per quel che mi riguarda, si è aperta una voragine nella programmazione in una fase delicatissima: otto puntate che si volatilizzano nel momento meno opportuno. Ce la siamo cavata. Mi spiace soltanto per Paola Perego, ma sono certo che si rifarà».
A proposito di conduttrici, come la mettiamo con Barbara D’Urso accusata di fare trash con la fidanzata del mostro del Circeo?
«Ma è la realtà a essere trash, mica la tv! Domenica 5 è un programma giornalistico prodotto da Videonews e deve fare i conti con quello che succede. Capisco che ogni tanto ci si misuri con materiale spinoso da gestire, capisco anche che possa verificarsi un incidente. Ma vorrei ricordare che, di quella faccenda, prima di noi si era occupata Raidue».
Che ci dice di Italia’s Got Talent?
«Che farà il botto. Gerry Scotti, Maria De Filippi e Rudy Zerbi come giurati, Simone Annichiarico, il figlio di Walter Chiari, come buttafuori, motivatore e confessore dietro le quinte. Maria e Gerry ci mettono la faccia, sono loro a menare le danze e a decidere chi resta e chi va tra i concorrenti. Inoltre Scotti condurrà in primavera un talent-show per bambini».
Siamo già in pre Sanremo. Qualche assaggio sulla controprogrammazione? C’è già chi ipotizza un’edizione debolina. Potrebbe essere un’occasione ghiotta per la concorrenza.
«Sanremo è un pezzo di storia d’Italia e merita rispetto. Decideremo entro la vigilia di Natale che cosa fare, ma mi lasci dire che non si risolve una stagione nella settimana di Sanremo. Abbiamo strategie a respiro più lungo».
Tutto va bene, dunque, direttore. Neanche qualche problemino di budget? Eppure sul gruppo gravano ombre.
«Il mio budget 2010 è lo stesso dell’anno scorso, ma si ricordi che sono genovese e bado agli sprechi. E se è al lodo che pensa, mi lasci rispondere con una battuta: qui niente lodo, ma programmi dieci e lode».
Egle Santolini
per "La Stampa"