Par condicio: le reazioni di politici e giornalisti alla sentenza del Tar Lazio
News inserita da: Simone Rossi (Satred)
Fonte: Agenzie di Stampa
PAOLO GENTILONI - Paolo Gentiloni, presidente forum ICT del PD, ha salutato con favore la decisione del Tar di sospendere il regolamento Agicom per il periodo elettorale. “La sospensione del regolamento Agcom per le tv commerciali decisa oggi dal Tar e’ una chiara bocciatura della norma-bavaglio imposta dalla destra in com
missione di Vigilanza Rai”, ha dichiarato in una nota. “Quella norma era in contrasto con la legge sulla par condicio, che distingue chiaramente tra programmi di informazione e tribune elettorali e violava apertamente la sentenza 155 della Corte Costituzionale”, ha sottolineato. “Ora la Rai deve intervenire”, ha spiegato ancora, “il Cda di viale Mazzini, che il presidente Garimberti si e’ impegnato a convocare immediatamente dopo la sentenza, non puo’ che prendere atto dell’interpretazione del giudice amministrativo. I programmi giornalistici devono riprendere subito anche in Rai: un silenzio riservato alla sola tv pubblica sarebbe, a questo punto, un vero e proprio scandalo”.
MICHELE SANTORO - “Si comincia smantellare il castello di illegalità”. Così Michele Santoro commenta la decisione di stamattina del Tar del Lazio sul regolamento Agcom per la par condicio. “Aspettiamo ora di capire le motivazioni - aggiunge il giornalista - per vedere quanto il Tar intervenga anche se indirettamente sul regolamento della Commissione di Vigilanza”. Ora Santoro attende dalla Rai un comportamento consequenziale e ricorda di aver sempre sostenuto l’illeggittimità delle disposizioni sulla par condicio.
VINCENZO VITA - “Importante la decisione del Tar che ha bocciato l’assurda norma censoria volta a bloccare di fatto l’informazione politica in Tv. Finalmente viene riabilitata la legge sulla par condicio del 2000, improvvidamente rimaneggiata da regolamenti inutilmente occhiuti ed estremizzati. Ora ci si attende che il Cda Rai riveda la sua posizione subito, permettendo l’andata in onda delle trasmissioni. E’ augurabile che questo possa avvenire immediatamente, per non compromettere ulteriormente il diritto dei cittadini ad essere correttamente informati”. Lo afferma il senatore del Pd Vincenzo Vita, della commissione di Vigilanza Rai.
MAURIZIO GASPARRI - “La sentenza del Tar sulla par condicio dimostra ancora una volta di piu’ quanto sia superata questa legge”. Lo dichiara il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri. ”Il presidente dell’Autorita’ per le comunicazioni, Calabro’, aveva votato contro l’estensione delle decisioni della Commissione di vigilanza alle emittenti commerciali. Quindi il Tar conferma le valutazioni di prudenza che erano venute proprio dal presidente dell’Agcom, che era stato messo in minoranza da chi aveva fatto una scelta piu’ che discutibile. Ma al di la’ dei cavilli, anche in questo caso bisogna privilegiare la sostanza. Subito dopo le elezioni vanno varate norme nuove che garantiscano il pluralismo, ma che superino una normativa, quella voluta dalla sinistra che prima l’ha invocata e adesso si lamenta, che crea rigidita’ eccessive e che apre la strada a un contenzioso interminabile. La democrazia deve essere garantita da nuove norme che abbiamo gia’ proposto e che vogliamo il Parlamento approvi presto”.
GIUSEPPE GIULIETTI - Finalmente una buona notizia, non avevamo dubbi. Il Tar del Lazio ha deciso di levare il bavaglio alle trasmissioni soppresse accogliendo il ricorso presentato da Sky e Telecom Italia Media”: è questo il commento del portavoce di Articolo21 Giuseppe Giulietti. “L’Agcom si era vista costretta, almeno questa era la loro tesi, ad estendere l’assurdo regolamento al privato per non creare disparità con il settore pubblico - aggiunge -. La decisione del Tar non può che comportare una immediata decadenza del regolamento anche per il servizio pubblico. Siamo sicuri che le Autorità di garanzia e il Cda Rai vorranno immediatamente recepire questa decisione e in particolare la Rai vorrà comunicare l’immediata riapertura di tutte le trasmissioni arbitrariamente soppresse. Soppressione - conclude Giulietti - che ha creato forte indignazione e che ha fatto sì che l’esposto presentato da Articolo21 abbia raccolto oltre 20 mila firme in poche ore”
MARCO BELTRANDI - Per il radicale Marco Beltrandi, relatore del regolamento sulla par condicio nella Commissione di Vigilanza Rai, la decisione del Tar non muta le regole per i talk show. “A quanto si apprende, il Tar Lazio avrebbe sospeso un solo comma, il 2, dell’articolo 6, della delibera dell’Agcom che applica la par condicio alle televisioni private in occasione delle regionali del 27 - 28 marzo 2010 - spiega -. Qualora tale notizia si riveli fondata occorre chiarire che: si tratta di sospensiva, il Tar non è entrato nel merito, lo farà solo il 6 maggio; la sospensione del comma 2 dell’art. 6 non riguarda le nuove norme approvate per i talk show, che sono soltanto al comma 5 dell’art. 6 della delibera dell’Agcom; la delibera della Vigilanza sulla Rai tv è stata invece pienamente confermata dal Tar Lazio che ha rigettato la richiesta di sospensiva avanzata; anche qualora il Tar Lazio avesse sospeso il comma 5, dell’art. 6, la motivazione del Tar sarebbe smentita nel merito dal fatto che trasmissioni come Matrix e Terra hanno continuato ad essere messe in onda, anche prima di ogni sospensiva, dimostrando che non è il regolamento ad aver imposto un qualunque stop”. “A prescindere da tutto questo, qualora le tv private e la Rai stessa ritenessero di voler rivedere l’assurda decisione di bloccare i talk show per non voler rispettare le blande, rispetto ad altri Paesi, norme sulla par condicio nell’ultimo mese della campagna elettorale, io - sottolinea Beltrandi - quale estensore del regolamento e noi come soggetto politico radicale non potremmo che compiacercene, essendo esattamente quanto chiediamo con insistenza da settimane, mentre denunciamo l’incredibile ulteriore sabotaggio operato dalla Rai tv della campagna elettorale con le tribune non ancora calendarizzate, dopo 10 giorni dal giorno in cui sarebbero dovute cominciare”.
PIERLUIGI BERSANI - “Il Tar ha ripristinato criteri saggi e assennati mostrando l’assoluta irragionevolezza delle norme che bloccano i programmi di dibattito politico”. Lo afferma il segretario del Pd Pierluigi Bersani, commentando la decione del Tar del Lazio sulla par condicio. “Ci aspettiamo che tali criteri siano fatti propri anche dalla commissione parlamentare di Vigilanza Rai e che tutto il sistema sia messo nelle stesse condizioni. Il rischio e’ che il solo servizio pubblico rimanga ostaggio di norme che limitano liberta’ e discussione. Serve riportare il buon senso e riaprire subito gli approfondimenti informativi che sono stati sospesi nei giorni scorsi”, conclude Bersani.
LUCIA ANNUNZIATA - “A questo punto non mi resta che ringraziare il Tar anche se le trasmissioni Rai probabilmente non riapriranno. Dal Tribunale Amminstrativo Regionale infatti stanno praticamente dipendendo tutte le cose importanti per il mio Paese”. Lo ha detto all’Agi Lucia Annunziata, conduttrice del programma “in 1/2 ora”. “Ora e’ ancora piu’ evidente - ha aggiunto - che queste soluzioni approfondiscono ancora di piu’ il solco intorno al dubbio di legalita’ che c’era”, circa il regolamento. “E lascera’ nel servizio pubblico - conclude - un grande dubbio su come opera la Vigilanza e sul Cda che ha scelto di seguire la Commissione nonostante avesse dubbi a sua volta”.
ORDINE DEI GIORNALISTI - “Il buon senso alla fine prevale. La decisione del Tar del Lazio restituisce ai cittadini il diritto di sapere per una scelta consapevole in occasione delle elezioni regionali e mette i giornalisti in condizione di onorare il loro dovere di informare”: è il commento del presidente e del segretario dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Lorenzo Del Boca e Enzo Iacopino. “Si stava assistendo a qualcosa di surreale - aggiungono -. Una campagna elettorale fatta solo con slogan pubblicitari, ma senza alcuna possibilità di analizzare le singole posizioni. Ora l’auspicio è che i programmi di approfondimento sulle reti pubbliche e private vengano rapidamente organizzati in modo da garantire la possibilità per gli elettori di acquisire informazioni importanti per le loro delicate scelte. I giornalisti - concludono Del Boca e Iacopino - sapranno garantire nelle trasmissioni correttezza e quella serenità di confronto tra le parti senza le quali tutto diventa incomprensibile e si trasforma in un formidabile assist per i sostenitori del silenzio in tv”
FRANCO SIDDI - “Com’era prevedibile, il Tar è intervenuto d’urgenza per sanare uno squilibrio: le trasmissioni di approfondimento di La7 e Sky, ma diremo anche quelle delle tv private, non possono essere assoggettate a vincoli che ne determinino soppressione o divieto di trattare temi a contenuto politico o per la presenza di personaggi politici in campagna elettorale”. Lo dice il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, “Ma subito, di squilibrio - aggiunge - se ne apre un altro. Se, infatti, il provvedimento dell’AgCom, dopo le delibere della Vigilanza e del Cda Rai aveva, nei fatti, messo sullo stesso piano, con medesimi condizionamenti, il servizio pubblico e le tv private, ora è la Rai a sopportare tutto intero questo inaudito sbilanciamento. Era già noto, ma ora è chiarissimo, quanto siano state inappropriate la delibera della Vigilanza e la successiva, improvvida, interpretazione del Cda Rai. Continuare a tenere spente adesso le trasmissioni di approfondimento del servizio pubblico è palesemente fuori luogo. Occorre prendere atto rapidamente dell’asimmetria tra servizio pubblico e sistema televisivo privato ed è urgentissimo risolvere il problema all’origine”. “La Vigilanza dovrebbe tornare, quindi, sui suoi passi ma soprattutto gli amministratori della Rai (a cominciare da chi, a maggioranza, ha votato per sospendere le trasmissioni) ora non possono accampare alibi e debbono avere il coraggio di rivedere quella scelta oscurantista ritornando ai valori della missione attribuita al servizio pubblico: specialmente quelli della completezza, dell’autonomia e del pluralismo dell’informazione. Che nessun atto di indirizzo politico può sopprimere. La sentenza del Tar, dunque - conclude - ci conforta giacché sembra riconoscere, nei fatti, l’azione permanente che il Sindacato dei giornalisti sta attuando, assieme a tantissime associazioni della società civile, in questi difficili momenti per la libertà di stampa nel nostro Paese”.
USIGRAI - ''Allora in questo paese c'e' ancora la speranza di potersi liberare di bavagli e 'mordacchie', si puo' ancora parlare di quello che interessa ai cittadini, anche per decidere chi e cosa votare''. Lo afferma, in una nota, il vice segretario del'Usigrai, Daniele Cerrato, sottolineando che ''la decisione del Tar del Lazio riporta un po' di buonsenso in una stagione che sembrava impazzita non solo a causa del ''meteo'. Ma se il 'grande freddo' sceso sui talk show esce sconfitto grazie alla richiesta di sospensiva di Sky e Ti Media al Tar del Lazio adesso tocca alla Rai dimostrare di voler essere davvero il Servizio Pubblico per il quale paghiamo il canone. Ci aspettiamo che torni il dibattito politico in prima serata, che torni integra la nostra liberta' di informare e di fare il mestiere di giornalisti. Di certo in questo 'stop' - conclude Cerrato - c'e' chi ha guadagnato sui silenzi imposti ai diretti concorrenti politici e soldi. Una Rai azzoppata in prima serata e', infatti, l'ennesimo regalo fatto al conflitto d'interessi'
GIORGIO MERLO - ''La decisione del Tar del Lazio in merito al regolamento dell'Agcom per le Tv commerciali richiede una pronta ed immediata sterzata della Rai nell'applicazione del regolamento per le reti del servizio pubblico. E questo senza santificare anzitempo i conduttori televisivi di alcune trasmissioni Rai ma solo e soltanto per restituire dignita', credibilita' e autorevolezza al servizio pubblico. Sarebbe, d'altronde, quantomeno singolare nonche' ridicolo se le reti commerciali avessero piena liberta' di movimento in campagna elettorale e le reti Rai fossero bloccate da un ridicolo regolamento che disciplina la campagna elettorale''. Lo dice in una nota Giorgio Merlo, Pd, vice Presidente Commissione Vigilanza Rai.
ALTROCONSUMO - I programmi informativi possono ora andare in onda su altre emittenti, come Mediaset, Sky e La7, ma non sul servizio pubblico, per il quale gli utenti pagano il canone. Siamo al paradosso. Il ricorso Altroconsumo contro la delibera RAI di sospensione dei programmi d'informazione in periodo prelettorale è ancora in piedi e sarà affrontato quanto prima al Tar Lazio in via cautelare. Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo: "Gli utenti devono veder ripristinate le regole-base per poter essere informati in modo completo, obiettivo, imparziale e corretto dal servizio pubblico radiotelevisivo. La pluralità e diversità di fornitori di contenuti informativi, in concorrenza tra loro, sono alla base di uno stato civile".
GIOVANNA MELANDRI - "La decisione del Tar del Lazio, che ha sospeso il provvedimento dell'Agcom per estendere all'emittenza privata il regolamento approvato dalla Commissione di Vigilanza, impone al Cda del servizio pubblico di rivedere immediatamente l'interpretazione che il Consiglio stesso ha dato di quello scellerato regolamento". Lo afferma in una nota la parlamentare del Pd Giovanna Melandri osservando che "l'interpretazione censoria della "par condicio" prevista dal regolamento approvato in Vigilanza dalla maggioranza e dall'onorevole Beltrandi, ha creato una situazione del tutto anomala, che rischia di diventare ancor più paradossale dopo il pronunciamento del Tar: l'approfondimento politico solo sulle reti private e non nel servizio pubblico". "A questa situazione di squilibrio informativo e commerciale tra i network privati e la Rai - prosegue la Melandri -, si aggiunge poi lo squilibrio rilevato dall'Agcom nei telegiornali delle ultime settimane, per il mancato rispetto del pluralismo. In piena campagna elettorale, a milioni di cittadini italiani è stata negata la possibilità di informarsi attraverso la visione di programmi di approfondimento politico". "A questo punto, ci auguriamo che il Consiglio di Amministrazione della Rai - conclude la Melandri - intervenga prontamente, restituendo ai cittadini il diritto all'informazione".
MICHELE LAURIA - “Accolgo con favore questa decisione, che non si presta ad equivoci, pur essendo tra coloro che avevano votato a favore di questa soluzione”. Così il Commissario dell’Agcom, Michele Lauria, commenta la decisione del Tar. “La delibera dell’Autorità, infatti, riprendendo un aspetto non completamente condivisibile del Regolamento della Commissione di vigilanza Rai, tendeva - spiega Lauria, uno dei tre Commissari di centrosinistra dell’Agcom - a sanare una disparità di trattamento tra la concessionaria pubblica e le televisioni private, che si sarebbe determinata se i due regolamenti fossero stati difformi, e dava la possibilità a queste ultime di fare ricorso (non possibile invece per l’atto della Vigilanza)”. “A questo punto è auspicabile - conclude - che il Cda Rai tenga conto della decisione del Tar e voglia rivedere la scelta di sospendere i programmi di approfondimento nell’ultimo periodo di campagna elettorale che del resto, come avevo già segnalato, era stato un atto improprio, che andando oltre il regolamento della stessa Vigilanza Rai risultava negare al cittadino il diritto all’informazione”.
ROBERTO RAO -'L'ordinanza del Tar del Lazio di questa mattina e' un passo fondamentale per riportare nel corretto binario l'applicazione della par condicio in questa campagna elettorale. Ma non possono esserci disparita' tra la Rai e i suoi concorrenti''. Lo dichiara Roberto Rao, Capogruppo dell'Udc in Commissione di Vigilanza Rai. ''Ci aspettiamo dal Presidente Garimberti - prosegue l'esponente centrista - come aveva anticipato nel corso dell'ultima riunione della Commissione di Vigilanza, la convocazione urgente del Cda Rai per valutare gli effetti di questa decisione ed evitare che l'azienda pubblica possa essere ritenuta responsabile di non aver applicato correttamente le norme. Rimangono pochi giorni di campagna elettorale, che fin ora si e' svolta col silenziatore senza il contributo informativo delle principali trasmissioni di approfondimento sulla politica e sull'attualita'''. ''Questo - conclude Rao - ha portato a un calo di attenzione e di credibilita' della Rai e a un conseguente clamoroso crollo degli ascolti negli orari solitamente occupati da trasmissioni ben piu' seguite. La sentenza del Tar offre l'ultima imperdibile occasione per ampliare gli spazi di informazione e ristabilire il pluralismo a favore di tutte le forze politiche e non solo di Pdl e Pd''.
NINO RIZZO NERVO - Dopo la sospensione della delibera Agcom sulla par condicio per le emittenti private i talk show sulla Rai "non possono, devono andare in onda". Lo ha detto Nino Rizzo Nervo, consigliere di amministrazione della Rai, a Repubblica Tv. Per Rizzo Nervo, vista la sentenza della Consulta del 2002 sulla legittimità costituzionale della legge sulla par condicio per la sua distinzione tra informazione e comunicazione politica, il regolamento della Vigilanza "poteva non essere applicato". "Il regolamento era illegale, poteva anche non essere applicato rispetto all'interpretazione della legge della par condicio, confermata anche da una sentenza della Consulta". "Ora il Cda deve riunirsi di urgenza, cosa che avevamo già chiesto mercoledì scorso, le trasmissioni sospese devono andare in onda - continua Rizzo Nervo -. Spero succeda, non so se accadrà davvero perchè spesso in Rai la forza dei numeri ha prevalso sul buon senso". Se la sentenza del Tar fosse ignorata? "I gesti di rottura si fanno, non si annunciano"
MASSIMO DONADI - "La sentenza del Tar sui talk show ripristina in parte la legalita' nell'etere. Ora la Rai ne prenda atto e reinserisca nei palinsesti i programmi d'approfondimento politico altrimenti ci troveremmo di fronte al paradosso che Mediaset puo' mandare in onda i propri talk show e la tv di Stato no. Azzerare l'informazione politica in campagna elettorale ed affidarla solo ai telegiornali di regime che descrivono una realta' che non c'e' e' un metodo di comunicazione fascista''. Lo afferma in una nota Massimo Donadi, capogruppo dell'Idv alla Camera.
GIOVANNI FLORIS - 'La sentenza del Tar e' un'ottima notizia, soprattutto per i colleghi delle TV private che possono immediatamente tornare a fare il loro lavoro. Spero che, al di la' dei tecnicismi, anche la Rai sappia cogliere il senso profondo di una sentenza che, evidentemente, riapre anche la nostra vicenda. Spero che gia' dalla prossima settimana tornino in onda Ballaro', Anno Zero, Porta a Porta e L'ultima parola''. Lo afferma in una nota Giovanni Floris, conduttore di Ballaro'. Floris per lunedì ha anche convocato una conferenza stampa nella sede della Fnsi in cui presenterà il suo Giro d’Italia, il talk show itinerante organizzato durante la sospensione degli approfondimenti Rai.