«Quando lo facevo conducevo il giochino e basta, non credo ci fosse niente dietro: arrivavo in studio e andavo in onda. Non saprei negli anni successivi, in realtà non ne so nulla».
Paolo Bonolis, che ha condotto 'Affari tuoi' per i primi due anni, dal 2003 al 2005, commenta così, all'Adnkronos, l'ultimo passaggio dell'annosa querelle fra il programma Rai e 'Striscia la notizia', che ha visto la Procura di Roma rigettare la querela dei notai di 'Affari tuoì contro 'Striscia', in materia di supposte irregolarità per lasciare i premi più ricchi alla fase finale della trasmissione, in modo da favorire gli ascolti.
«Entravo in studio all'ultimo momento e facevo il gioco. Allora c'era una grande battaglia di ascolti con 'Striscia' che generò tutta questa polemica. Ricordo che con Ricci litigai forte -prosegue Bonolis - alla sua 'Striscia' davamo più di venti punti di distacco e per loro era un problema reale. Del resto nei miei due anni la grandissima parte delle puntate arrivava alla fine con in palio un bottone e un soldo di cacio; era divertente ma non appassionante perchè si vincessero cifre straordinaria. In due anni furono forse otto, dodici le puntate, vado a memoria, dove si vinsero cinquecentomila o duecentocinquantamila euro».
Al di là della vicenda specifica, comunque, per Bonolis
«questo Paese e il mondo intero vivono in una dimensione taroccata, il che nulla giustifica in nessun caso, gli interessi muovono la realtà e la realtà viene taroccata in funzione degli interessi, nella politica, nell'economia, nello sport, ovunque. Ogni volta ci portiamo la mano alla bocca ed esclamiamo 'oh!' ma è inutile illudersi, i poteri tendono a canalizzare gli eventi a loro vantaggio. Non vogliamo ammetterlo perchè non vogliamo che si rompano i nostri punti di riferimento, e così facciamo finta di niente».