Renzo Arbore: ''Quando raccontai la radio e feci 18 milioni di telespettatori''
News inserita da: Simone Rossi (Satred)
Fonte: Ansa
Fece oltre 18 milioni di telespettatori e Silvio Berlusconi cercò di contrastarlo con due corazzate come Dallas e Dinasty nella stessa serata. Era il 1984 e Renzo Arbore, allora quarantenne, intervistava mostri sacri della radio e tv italiana come Silvio Gigli, Claudio Villa, Walter Chiari, Nilla Pizzi, Gino Bramieri, il Quartetto Cetra, Corrado, Monica Vitti e Alberto Sordi. Domani li rivedremo tutti nella terza puntata di 'L'altra - La Tv di autore di Renzo Arborè, in seconda serata su Rai1.
Nella 'cavalcata' curata da La Storia siamo noi attraverso tutti i format di Arbore, c'è naturalmente 'Cari amici vicini e lontani', con cui la tv ha celebrato i 60 anni della radio.
«Sono due puntate un pò speciali - spiega all'ANSA Arbore che stasera si esibirà a Catanzaro con la sua Orchestra Italiana -. Cari amici vicini e lontani è un programma che feci con grande trasporto, quello che ho fatto con maggior sentimento. Per me fu una cosa molto emozionante, avevo 40 anni, ero ancora giovane e intervistavo i 'senatores', da Sandra e Raimondo a Lelio Luttazzi, Gigli, Corrado e Sordi. Era un grande onore e un privilegio».
Ma fu anche un grande successo dal punto di vista degli ascolti:
«È stato il primo 'programma-nostalgia' e arrivò a punte di 18 milioni di telespettatori. Berlusconi mi mise contro Dallas e Dinasty, due cavalli di battaglia insieme in prime time, ma non riuscì a scalfire un ascolto grandissimano fatto la fortuna della radio, cantanti degli anni Quaranta, dal duo Fasano a Togliani».
Arbore lo ricorda con grande affetto:
«Era il primo che si faceva alla Dear, si inaugurò lo studio 5. Il format era concepito come se fosse una grande festa fatta nel salone della Rai, con l'orchestra, il buffet, i camerieri, la mia orchestrina, che si chiamava Senza vergogna, con i musicisti tutti in bianco e cravatte anni '40. Era un programma 'decò. A curare la regia era la bravissima Rita Vicario».
Gli dispiace un pò perchè «furono solo 4 o 5 puntate. C'erano tutti i grandi, oltre a quelli che come me avevano fatto Alto Gradimento». Non a caso era fatto a suo modo: «A Claudio Villa facemmo fare, con un trucco, l'acuto più acuto del mondo, Leali lo dipinsi per metà nero e metà bianco, a Silvio Gigli gli feci scoprire la sua statua, in vita...». E conclude: «Insomma, era un programma prezioso, una grande festa aziendale della radio. Un prototipo che non è più stato riproposto in tv»