Massimo Giletti rinnova con La7 per i prossimi due anni il giornalista sarà al timone del suo programma «Non e' l'Arena», che quest'anno debutterà in autunno nella nuova collocazione al mercoledì sera in prime time. Urbano Cairo brinda all'accordo a Dogliani, nelle Langhe, dove e' il protagonista della prima giornata del Festival della Tv. In prima fila ad ascoltarlo il padrone di casa Carlo De Benedetti. Sul palco i temi spaziano dall'epidemia alla politica al calcio. Cairo, sollecitato dal direttore del Foglio, Claudio Cerasa, affronta il tema del rapporto tra mezzi di comunicazione ed epidemia. Pieno sostegno alla campagna per i vaccini, ma uno spazio bisogna darlo anche ai No Vax perché tutte le idee, anche quelle che non condividiamo, devono circolare, spiega l'editore di Rcs e La7.
«Ho avuto il Covid e non sono vaccinato perché ho anticorpi ancora troppo alti, ma credo che sia l'unica strada per superare questa emergenza e tornare a una vita normale. Se un direttore mi chiedesse di fare lavorare solo chi e' vaccinato? Ci vuole grande attenzione. Io rispetto le scelte di tutti, non credo sia giusto prendere misure coercitive, ma se le scelte hanno conseguenza sulla vita degli altri ci vuole prudenza»
Cairo sottolinea il forte impulso che l'epidemia ha dato al digitale:
«non vedo stravolgimenti entro i prossimi cinque anni, ma un processo di spostamento dei ricavi dalla carta al digitale. Abbiamo investito molto , ma dobbiamo accelerare. Sono 350.000 gli abbonati al Corriere online, più del doppio di un anno e mezzo fa, ma ancora oggi tre quarti dei ricavi derivano dal cartaceo».
Non manca la domanda sul contenzioso con Blackstone sull'immobile milanese sede di Rcs e Corriere della sera.
«E' partito l'arbitrato in Italia, noi e i nostri legali riteniamo che non ricorrano minimamente gli estremi perché il giudizio venga formulato in America», dice l'editore.
Cairo parla dell'accordo tra Giletti e La7.
«È un numero uno, che ha la tv nel suo dna. Con noi ha fatto benissimo fin dal suo arrivo nel 2017, con risultati eccellenti alla domenica. Ha firmato importanti inchieste giornalistiche e con le sue battaglie porta sempre un grande contributo alla giustizia e alla legalità del Paese».
Anche Giletti e' soddisfatto:
«Sento in modo profondo il legame con Cairo che mi ha sempre lasciato assoluta libertà. Così rinnovo la fiducia a La7. Ho chiesto di andare in onda il mercoledì perché amo affrontare nuove sfide».
Quello che va ripensato e riconsiderato è il tema legato all’ingresso dei fondi nella Lega Serie A. C’era una trattativa avviata con CVC, Advent e Fsi per farli entrare nella Lega, poi tutto si è congelato
«Dazn? Credo che noi abbiamo fatto una scelta legata a una situazione economica diversa e migliorativa di Dazn rispetto a Sky, che peraltro ha fatto un lavoro eccellente negli anni scorsi. Sky avrebbe potuto, volendo, mettere una cifra non di tanto più importante e si sarebbe aggiudicata i diritti. Non l’ha fatto e ha fatto una scelta evidentemente legata a motivi economici e ha perso un prodotto fondamentale quale il calcio. Credo che Dazn farà bene, chiaramente c’è una fase di messa a punto che credo possa far vedere il calcio nella maniera migliore possibile. C'era stata una trattativa avviata per far entrare i private equity con il 10% circa, ma tutto e' stato congelato. Peccato. Il mondo del calcio ha bisogno di risorse e quel miliardo e settecento milioni che avrebbero versato i fondi sarebbe stato utile per le infrastrutture e anche come cuscinetto per i problemi legati al Covid».
Cairo ha ricordato che la Liga spagnola, pur incassando molto più dell'Italia come diritti tv (circa 900 milioni, un miliardo, contro i circa 400 milioni dell'Italia) ha fatto l'acordo con i fondi, incassando 2,1 miliardi di euro.
«Bisogna fare entrare i fondi nel calcio perche' nel momento di difficoltà bisogna rinunciare a qualcosa. E poi per inserire gente che porta risorse fresche e anche capacità manageriale».
Cairo ha quindi criticato la gestione della Lega italiana che nel corso degli ultimi anni e' peggiorata.
«Solo sette, otto anni fa era al secondo posto, subito dopo la Premier League in termini di fatturato. Oggi invece la Premier League fa miliardi e miliardi di fatturato e la Lega e' stata superata da spagnoli e tedeschi. Evidentemente c'e' un problema manageriale importante da risolvere».