«Si arriverà a una televisione fatta di pubblicità interrotta dai programmi». Lo si diceva come paradosso, come iperbole per parlare di un futuro impensabile. Invece ora è realtà . Retequattro da domani manda in onda «Casa Mediashopping» (dal lunedì al venerdì alle 7.40 e il sabato alle 7), definito dalla stessa rete «il primo esperimento che incrocia il teleshopping con la fiction». Si tratta di questo: mezz'ora di una classica situation comedy al cui interno ci sono messaggi pubblicitari e possibilità di telefonare e comprare. Dunque nessuna interruzione pubblicitaria. Solo una. Per dare spazio al telegiornale TgCom (leggi il relativo articolo di Digital-Sat).
Ancor prima di vederla, sono già partite le polemiche, i dubbi. La preoccupazione arriva dal Movimento degli utenti laici organizzati della tv (Mulo). Si legge in un comunicato: «"Casa Me-diashopping" rischia di diventare un pericoloso precedente verso la totale ambiguità tra intrattenimento e commercio, in un orario fra l'altro fortemente frequentato dai telespettatori più piccoli». Perplessità lecita, ma che non trova grandi riscontri nella realtà .
Ma c'è un'altra perplessità (più preoccupante): «Questa sitcom-telepromozione sarà interamente calcolata come pubblicità ai fini dei tetti di affollamento Mediaset? â prosegue il Mulo â. Sarà contraddistinta, come il resto delle telepromozioni, da una scritta che ne dichiara la natura?». E chiede infine che sia «l'Authority per garanzie nelle telecomunicazioni a dare delle risposte ai cittadini consumatori»
L'Authority prima di esprimersi preferisce vedere «l'esperimento». Intanto è Mediaset a precisare che «non c'è alcuna ambiguità poiché si tratta di televendita che più palese non si può. E solo resa un po' più gradevole da una storia, una sit-com tipo "Casa Vianello", con moglie, marito, amica, insegnante». Mediaset precisa anche che «c'è scritto "Televendita" nell'angolo in alto a sinistra per tutta al durata della sit-com e man mano che compaiono gli oggetti da vendere appare la scritta tipica delle televendite con il numero telefonico».
Certo un esperimento curioso, che apre nuove frontiere. Lo ammette la stessa Retequattro. Che in una nota dichiara: «Una nuova divertente sfida che mira a coniugare promozione e intrattenimento, facendo sì che l'alternanza di battute e il messaggio esplicitamente promozionale mantengano lo stesso "sapore" fresco e ironico». Gli autori (tra cui Giorno Vignali che ha scritto tutte le sit-com più famose e molti programmi di successo) fanno vivere i dieci protagonisti all'interno di un appartamento. Gli attori-televenditori del canale Mediashopping (Jill Cooper, la bionda più famosa) compongono il cast fisso e nel corso delle puntate si inseriranno a sorpresa anche alcuni volti noti di Mediaset. «Mi sono molto divertito â racconta Vignali â "Casa Mediashopping" è una via di mezzo tra sit-com e soap opera e lì vengono contestualizzati i prodotti. Quante alle polemiche direi che l'onestà dell'operazione sta nel titolo che mi risulta abbia voluto proprio il vice presidente Mediaset, Pier Silvio Berlusconi, che non gradiva ambiguità e confusioni. Il nostro, è solo un modo diverso per presentare i prodotti, tentando di divertire il pubblico. Tutto qui».
Tutto qui? Giriamo il quesito all'esperto di televisione Carlo Freccero, grande studioso per nulla snob, anzi. Non ha visto «l'esperimento», ne parla in astratto. «Si è realizzata l'utopia della tv commerciale: fare pubblicità continua. Sono importanti gli spot, non i programmi. à come se le strade fossero fatte solo per le affissioni».
Maria Volpe
per "Il Corriere della Sera"