Il successo televisivo di «Raccontami », la fiction sui nostri anni Sessanta in onda il giovedì su Raiuno, dove interpreta il ruolo della dolce madre di famiglia, non le ha dato alla testa. «Me lo aspettavo, e forse anche di più», ammette Lunetta Savino che nei prossimi mesi continuerà a dividersi tra tv, cinema e teatro. Prima nel nuovo film di Ferzan Ozpetek, poi con una storia drammatica alla tv e infine col ritorno al suo primo amore: il teatro, attraverso una insolita lettura del classico di Ibsen «Casa di bambola».
I buoni ascolti di «Raccontami» se li aspettava?
«La verità è che sono stata abituata al successo esagerato rispetto le previsioni. Sono un po' viziata. Dunque, non sono la persona più adatta a giudicare gli ascolti. Massimo Ghini ogni tanto mi chiama e dice: "ma non sei contenta?"»
E lei?
«Sì che lo sono, maini aspettavo ancora di più. "Raccontami" è ima fiction molto bela, anche insolita per la tv italiana. È realizzata con cura.E riporta in vita un'atmosfera che credevamo di aver perso: gli anni Sessanta. Un invito ai giovani a riscoprirli».
L'audience non la interessa?
«Non c'è solo quello. I numeri non sono tutto. La logica dell'audience rischia di schiacciarci. Prendiamo la collocazione in palinsesto. Dopo averlo trasmesso per anni di domenica, pare che vogliano spostare "Un medico in famìglia" a un altro giorno, per ragioni di audience. Ora, io non dico che rimpiango la tv di una volta, con i giorni fissi di programmazione, ma mi chiedo se questi continui cambi di palinsesto alla fine non sortiscano l'effetto contrario».
Lei viene da 4 edizioni di «Un medico in famiglia» e da «Il bello delle donne», altri due grandi successi tv. Fortunata o sceglie bene?
«Scelgo bene. E sono anche fortunata perché mi propongono certi ruoli. Ma di cose che non mi piacevano ne ho rifiutate, sa!».
Lei ha interpretato molti ruoli comici, ma a differenza di altri attori di fiction, privilegia diverse tipologie di personaggio.
«Che piacere ci sarebbe nel mio mestiere se non ci fosse varietà di ruoli e di toni? Le dirò di più: non vedo l'ora che mi facciano fare la cattiva».
Progetti dopo «Raccontami»?
«A marzo sarò in tv con "Il figlio della luna" di Gianfranco Albano, la storia vera del fisico nucleare Fulvio Frisone, affetto da tetraplegia spastica distonica dalla nascita, e di sua madre Lucia, che ha condotto una grande battaglia per restituirgli la parola e aiutarlo a diventare lo scienziato che è. A proposito di donne: sempre a marzo riprenderò "Casa di bambola" di Ibsen a teatro, ruolo duro anche questo, ma bellissimo».
E la vedremo al cinema in «Saturno contro» di Ozpetek.
«Sì, a fine febbraio. Lì sono una ex parrucchiera di origine veneta, un personaggio tenero e divertente al-'interno di un film anche drammatico».
Tornando alla fiction, l'ex direttore di Raidue Carlo Freccerò ha detto che in Italia siamo fermi agli anni Cinquanta rispetto ai nuovi serial americani. Da parte in causa come risponde?
«Credo che vadano fatte delle differenze. Non tutta la fiction è uguale. Ma penso anche io che si potrebbe osare di più. Penso a prodotti interessanti e ben scritti come "I sopranos" e "Desperate Housewives". Però questo vale anche per il cinema e il teatro».
Eugenio Spagnuolo
per "Il Mattino"