«Serve un recupero di etica all'interno dei programmi tv. Non può un protagonista di calciopoli come Luciano Moggi avere su di sé i riflettori del Servizio Pubblico, che solo per essere stati accesi costituiscono un elemento di riabilitazione, e diventare addirittura commentatore su fatti come quelli di Catania». Lo sostiene l'Usigrai, il sindacato dei giornalisti della Rai, contestando la presenza di Moggi al programma "Sabato, domenica e..." di Raiuno.
Critico con la scelta di affidare il commento alla tragedia di Catania all'ex direttore generale della Juventus (e travolto dallo scandalo Calciopoli) anche il direttore di Rai 1 Fabrizio Del Noce: «Purtroppo, non si è avuta la sensibilità di capire che i fatti della notte avevano completamente cambiato il senso editoriale - ha spiegato - e affidare a Moggi un commento sulla violenza negli stadi non e stata una scelta appropriata».
Ma la Rai è stata criticata anche per la mancata trasmissione di venerdì sera sui fatti. Appena una breve edizione del Tg1, un'ora dopo la morte dell'agente Raciti. Poi è ripresa la trasmissione di Massimo Ranieri (Tutte donne tranne me). «Ma io non volevo più andare in onda - s'è difeso Ranieri - ma mi hanno obbligato a continuare». Ottima invece la copertura di Radio Rai, che ha tenuto la diretta anche dopo l'incontro (come fatto, sul piccolo schermo, da Sky).
Polemiche anche da Mediaset: ieri voleva dichiarazioni ufficiali dal ministro dell'Interno Amato, che si è negato dicendo di aver dato l'esclusiva alla Rai. «Stamani - ha detto in diretta il vicedirettore Andrea Pamparana - avevamo chiesto al ministro dell'Interno Amato un commento su quanto accaduto a Catania. Ci è stato risposto dal suo ufficio stampa che il ministro avrebbe parlato in esclusiva ad un tg della Rai. A noi dei Tg5 sembra che questo non sia il momento di parole in esclusiva ma di fatti. Quelli che si aspettano gli sportivi italiani e soprattutto i poliziotti».
tratto da
"L'Unità "