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Sul Ddl Gentiloni cantiere aperto alla Camera

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Fonte: Il Sole 24 Ore

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Televisione
  martedì, 27 febbraio 2007
 00:00

Avanti come prima (o quasi): il disegno di legge Gentiloni sulla transizione al digitale sembra uscito indenne dalla crisi di governo. Il provvedimento è anch'esso «nella signoria del Parlamento» per usare la frase, riferita ai Dico, di Anna Finocchiaro, presidente dell'Ulivo al Senato. Nel Governo c'è la consapevolezza che una riforma elettorale non può essere disgiunta da un sistema televisivo «più pluralista» e da una nuova soluzione sul conflitto d'interesse. Nessuno dei due provvedimenti è all'interno dell'agenda in 12 punti di Romano Prodi perché si tratta di temi per i quali non ci sono forti divisioni nella maggioranza (o, almeno, non sono finora emerse). Non è da escludere, tuttavia, che se s'instaurerà un clima meno conflittuale tra maggioranza e opposizione, vi potrà essere più spazio in Parlamento per gli emendamenti al testo della Gentiloni.

Per adesso, è in corso l'indagine conoscitiva delle commissioni Trasporti e Cultura della Camera, interrotta per la crisi di governo. Il che vuol dire che non sarà facile arrivare in Aula entro Aprile. Difficile dire quale potrebbero essere gli emendamenti "chiave" tra quelli che saranno presentati. Due possono ipotizzarsi come probabili: uno, trasversale, potrebbe prevedere lo spegnimento anticipato di una rete Rai e una Mediaset non a livello nazionale ma regione per regione, a mano a mano che i singoli territori si convertono alla tv tutta digitale. A parte Sardegna e Val d'Aosta e l'autocandidatura dell'Alto Adige, però, non esiste un calendario e una tempistica per la "regionalizzazione digitale". Anche se tale decisione fosse delegata al Governo dall'emendamento ipotizzato, sarebbe impossibile, in questo caso, aprire il mercato a nuovi operatori nazionali, sia nell'analogico sia nel digitale. Il rinvio della conferenza stampa di Gentiloni prevista per oggi sull'operazione Cagliari - dove nella notte tra mercoledì e giovedì si spegneranno, per la prima volta in Italia, le frequenze analogiche di Rai2 e dì Rete4 - non permette di saperne di più.

Un altro emendamento ipotizzabile è quello che intende riconoscere a Europa 7, titolare di una concessione tv senza frequenze, dei diritti prioritari su quelle che torneranno allo Stato. In Rai, infine, si va, settimana più, settimana meno, verso un duro confronto tra direttore generale e una parte del Cda: il governo, azionista tramite il Tesoro, dopo la fiducia, non potrà astenersi.

Marco Mele
per "Il Sole 24 Ore"

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