
LE EMITTENTI. Ecco perché le aziende chiedono un sostegno al governo, che nell'ultima Finanziaria ha peraltro previsto un fondo per la transizione al digitale terrestre. «Il verbale è stato sottoscritto ma con una clausola di salvaguardia che permette alle singole Tv di dare un giudizio definitivo soltanto alla fine del procedimento», spiega Marco Rossignoli, presidente di Aeranti-Corallo. Secondo l'associazione delle piccole emittenti, con impianti all'avanguardia si riuscirà a garantire una copertura discreta del territorio regionale, ma «i contributi ministeriali sono fondamentali per portare avanti il processo di transizione, anche perché i tre milioni di euro stanziati in passato bastarono soltanto a coprire il 40% della capacità trasmissiva e le somme devono essere ancora erogate».
D'altronde l'isola fa da apripista nel passaggio al digitale terrestre, per cui, ricordano le emittenti, è giusto sostenerne lo sforzo, oltre che garantire loro la posizione raggiunta grazie agli investimenti fatti fino ad ora. «Il verbale rassicura le emittenti in questo senso», sostiene Stefano Selli, direttore di Frt, «ma è assolutamente necessario un aiuto per quanto riguarda gli oneri aggiuntivi che le emittenti dovranno sopportare per la trasformazione tecnologica in atto». Quanto ai tempi, la data del primo marzo viene vista come un punto di partenza e non più la data di arrivo del percorso. «Il primo marzo si potrà partire su una quota dell'isola, ma i tempi sono troppo stretti per farlo in tutta la Sardegna», conclude Selli.Â
L'AUTORITA'. La decisione del tavolo tecnico sulla riorganizzazione delle frequenze Tv in Sardegna piace all'Agcom. «à un risultato importante per tutto il Paese», ha dichiarato il presidente dell'Autorità per le Tlc, Corrado Calabrò, «anche perché è la prima volta che in Italia si arriva a un accordo, condiviso da tutti gli operatori, sulla pianificazione delle frequenze». Calabrò assicura che si terrà conto delle esigenze delle emittenti: «Copertura, salvaguardia della continuità delle trasmissioni attuali e degli investimenti effettuati, garanzia del ruolo delle emittenti locali nella Tv digitale, ingresso nel settore di nuovi operatori».
L'INTESA. L'accordo prevede che delle 21 frequenze con copertura superiore all'80% del territorio, 14 vadano alle emittenti nazionali e 7 alle locali di estensione regionale, secondo criteri equi, trasparenti e non discriminatori. Altre 2 frequenze con copertura superiore all'80% del territorio andranno alle Tv nazionali; 6 con coperture tra il 50 e il 70% all'emittenza nazionale; 10 con copertura subregionale alle locali, pluriprovinciali e subregionali. Tra le frequenze con copertura superiore all'80%, 2 sono riservate all'ingresso di nuovi operatori, mentre 5 di copertura subregionale costituiranno una riserva da utilizzare nella negoziazione con i Paesi vicini