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Oggi a Roma si svolge l'assemblea annuale della federazione che riunisce radio e televisioni private italiane e saranno soprattutto questi i temi in discussione. «Sicuramente sul piatto ci sono i passi avanti che si sono compiuti sul digitale», anticipa Rebecchini, «perché le emittenti private, nazionali e locali, hanno fatto molti progressi. La tecnologia ormai consente anche alle emittenti locali, per esempio, di poter offrire contenuti a pagamento. Poi c'è stato il recente accordo fra operatori, ministero e autorità per le comunicazioni sulla pianificazione delle frequenze in Sardegna. Finalmente in quel caso si è trovato il modo di autogovernarsi, senza tante frapposizioni legislative, riuscendo a mettere tutti d'accordo per l'assegnazione su tutta l'isola. Veramente un esempio di come sia possibile trovare un punto di incontro fra i diversi soggetti. Certo poi parleremo dei problemi irrisolti, come il governo dell'intero settore radiotelevisivo».
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Secondo Rebecchini il progetto di modifica del settore deve riguardare prima di tutto il modello da assegnare alla Rai. Inutile separare i discorsi: «la Rai ha il 50% degli ascolti, non posso prescindere da questo nel momento in cui devo riordinare il settore, perché poi tutto il resto discende dalle scelte che si fanno sul servizio pubblico. E qui c'è bisogno di una scelta chiara, se vogliamo che sia un servizio pubblico con il canone dobbiamo eliminare nel tempo la pubblicità , così come prevedevano le linee guida del ministero. Da questa scelta dipende tutto il resto. D'altronde in un sistema come quello attuale, in cui un soggetto ha canone e pubblicità insieme, non ci si può non attendere che gli altri si mettano insieme per contrastarlo».
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Anche sul fronte della radio il discorso digitale sta andando avanti e i tre consorzi C.R. Dab (di cui fanno parte emittenti nazionali e locali della Frt), Club Dab Italia ed Eurodab coprono ormai il 60% del territorio. La loro sperimentazione sull'area romana risale infatti all'anno scorso e ora si è già nella fase operativa. «La novità », racconta Roberto Giovannini, «è la costituzione di una società di servizi che gestirà la rete del nostro consorzio. Sul digitale radiofonico l'attesa è per la liberazione definitiva delle frequenze in banda III, attualmente occupate dalla tv, che saranno disponibilli solo con lo switch off verso il Dtt».
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Andrea Secchi
per "Italia Oggi"
per "Italia Oggi"