Il futuro della tv tra streaming e grandi eventi, verso un modello ibrido
News inserita da: Simone Rossi (Satred)
Fonte: Ansa
La pandemia ha tolto agli artisti il rapporto diretto con il pubblico, che è vitale per il teatro come per la musica, ma in questo anno e mezzo è nato un nuovo modo di fruire della cultura, che ha aperto nuove opportunità ed è destinato ad andare avanti. È l'opinione dominante nel mondo dell'audiovisivo e dello spettacolo, emersa con chiarezza anche al Prix Italia di Milano. Gli eventi, grazie allo streaming, hanno raggiunto un pubblico molto più vasto del passato, aprendo possibilità di partecipazione anche a chi non vive in città e normalmente era escluso.
Se ne è discusso nel panel «La magia del pubblico e il boom del digitale: un nuovo mondo è possibile?», nel quale la vicedirettrice del Corriere della Sera, Barbara Stefanelli, ha moderato gli interventi del presidente Rai, Marcello Foa, dell'ad e dg Tim, Luigi Gubitosi, del sovrintendente della Scala, Dominique Meyer e di Vanessa Ò Connor, direttrice per le Comunicazioni dell'European Broadcasting Union. Sono diversi gli esempi di eventi di successo citati, realizzati in una forma nuova, come la serata di Rai1 «A riveder le stelle» organizzata dalla Scala, e i casi che dimostrano un'accelerazione sulla strada dello streaming, come successo per Disney+ o per la conquista dei diritti della serie A da parte di Dazn.
«Oggi non siamo più in contesto di concorrenza classica - ha sottolineato Foa -. La vera sfida è con player come Amazon, Netflix o Discovery». Il presidente Rai ha ricordato che gli Over the top presentano ricavi in crescita esponenziale, a fronte di un andamento non brillante dei conti dei servizi pubblici europei. «Io penso però che il servizio pubblico sia ancora fondamentale - ha proseguito -. Sono convinto che ci si difenda dall'assalto di questi nuovi concorrenti valorizzando l'offerta della cultura, del cinema e della fiction, rilanciando la miglior produzione italiana. Se la Rai saprà puntare sull'italianità, vincerà questa sfida». Per farlo, però, la tv pubblica dovrà diventare più flessibile e dinamica ed «essere indipendente dalla politica». Meyer si è rammaricato perché «durante i mesi della pandemia la cultura non è stata vista come un'attività essenziale», ricordando che la Scala non si è mai fermata e che, anche se il rapporto con il pubblico è centrale, lo streaming ha aperto grandi possibilità. «Dobbiamo sfruttare le idee nate durante le pandemia - ha sottolineato -, andiamo avanti con passo deciso». Anche per Gubitosi lo streaming è il futuro. «Tra 10 anni è difficile immaginare che ci sarà tanto satellitare nell'offerta televisiva, tra 15-20 anni calerà anche il digitale. Lo streaming è già, e lo diventerà ancora di più, la forma prevalente di televisione - ha affermato l'ex dg Rai -. Per la programmazione lineare rimarranno alcuni modelli attuali, ma la fruizione diventerà ibrida». Gubitosi ha promosso anche il passaggio dei diritti tv della serie A a Dazn. «È un esperimento positivo - ha detto -, perché spingerà verso la fruizione dello streaming».
È intervenuta in collegamento da Roma, dove sta girando il nuovo film di Ferzan Ozpetek, anche Cristiana Capotondi, mentre Laura Pausini ha inviato un videomessaggio. «Ho sempre preferito la fruizione collettiva degli spettacoli, ma la fruizione nelle forme da personal media mi ha consentito di non perdere il senso del necessario che la cultura ha nella mia vita - ha raccontato l'attrice -. L'audiovisivo è ripartito molto bene, grazie ai protocolli che consentono di lavorare in sicurezza, speriamo che riparta presto anche il teatro». «Non incontro il pubblico da quasi due anni - ha affermato poi la cantante -. La pandemia ha presentato agli artisti un prezzo troppo alto, il pubblico è la nostra vita. Per fortuna sono già migliaia i biglietti venduti per i concerti di fine 2021. Lo streaming è ormai una realtà del mercato, ma non credo che potrà sostituire i live. Potrà casomai aiutarci a trasmettere parte delle emozioni a chi è lontano o non può muoversi»
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