Non solo gli spettatori di Canale 5 e dei canali premium di Mediaset hanno potuto godersi le battute del toscanaccio Michele, del pierre Gabriele, del tenebroso Alessandro, per non parlare delle misure mozzafiato della disc-jokey slovena Mirela (87-62-92, ha tenuto a precisare l´interessata) o delle forme procaci della bolognese Gabriella. Il Grande Fratello 7, iniziato giovedì scorso, è andato in onda anche sui telefonini. Tutti, purché dotati di tecnologia Umts: Vodafone, Tim, H3g, mentre Wind che dispone della tecnologia ?intermedia´ I-mode per non essere da meno ha inserito una serie di spot nel suo bouquet.
In questo caso, viste le capacità negoziali della Endemol, produttrice del Grande Fratello, non c´è stata guerra fra gestori. «Il contenuto in questi casi è principe», spiega David Rem Picci, responsabile per i new media della Endemol. «Nel momento in cui si vuole aprire un nuovo mercato, quale appunto quello della televisione via telefonino, è di cruciale importanza avere programmi di forte richiamo, dotati di un brand provato in grado di calamitare gli spettatori anche in situazioni nuove qual è appunto il vedere la tv sul cellulare». La conferma per la Endemol è arrivata al momento della negoziazione di altri format, tipo Fattoria o Operazione Trionfo, che non hanno avuto la stessa fortuna.
Del resto proprio col Grande Fratello è iniziata l´avventura della televisione sul telefonino. «Già nel 2000, anno della prima edizione, quella di Taricone e Marina La Rosa - racconta Rem Picci - vendemmo i diritti, in quel caso a Vodafone: si era nel pieno del boom di Internet ma ancora non c´erano le tecnologie per lo streaming e così si mandavano prima le foto, poi gli Mms e poi via via ci si è evoluti. E quest´evoluzione è stata facilitata da un programma di forte richiamo».
La pietra miliare è il 2004, quando la nascente 3 lanciò l´Umts e come primo programma, quando aveva ancora meno di 500mila abbonati, scelse guarda caso il GF4. Ora la tecnologia è più matura: per esempio 3 fornisce anche trasmissioni in modalità Dvb-h (Digital video broadcasting-handset) che è quanto di più vicino possibile alla tv di casa. E´ proprio come avere la tv in tasca. Così la Endemol ha intrapreso rapporti da un lato con i gestori televisivi (Rai, Mediaset, Sky) e dall´altro con i provider cellulari, per diffondere sui telefonini altri format, dalla Prova del cuoco con Antonella Clerici, alle soap Vivere e 100 vetrine.
Insomma, per la tv sul telefonino la strada sembra finalmente in discesa. Sicuramente stanno giocando la loro parte i miglioramenti dell´hardware, e certamente una svolta ulteriore la darà l´iPhone della Apple a partire dal prossimo giugno quando sarà sul mercato. Con il suo schermetto widescreen dotato di touch control e le sue funzionalità di ricerca evolute, l´ultimo nato della scuderia di Steve Jobs promette di fare da apripista per il settore. Non a caso in concomitanza con l´apparizione dell´iPhone si è scatenata anche in America una battaglia, prima fra provider telefonici e poi ovviamente fra produttori di contenuti. Per ora l´ha spuntata la At&t-Cingular, che si è aggiudicata l´esclusiva delle trasmissioni sull´iPhone. Per vedere la tv sull´iPhone bisognerà avere un abbonamento Cingular.
Subito la concorrente Verizon ha risposto annunciando il nuovo servizio V-Cast, che sarà visibile su altri dispositivi portatili. E Sprint, terzo gestore di cellulari negli Usa, sta creando il suo formato televisivo. Intanto si è scatenato il Risiko delle alleanze e della nascita di nuove società. La settimana scorsa per esempio è stata lanciata Joost, una nuova tv via Internet creata dai fondatori di Skype, Janus Friis e Niklas Zennstrom, che ha fra i suoi fini dichiarati quello di arrivare presto anche sul cellulare.
«L´America è partita in ritardo sui telefonini quando si è trattato di lanciare i servizi in voce ma sta recuperando ora che si tratta di consolidare i servizi a valore aggiunto più evoluti», nota Fabrizio Ferrucci, amministratore delegato di Sony Pictures Home Entertainment Italia. «Questo non vale solo per i videofonini ma anche per altre innovazioni tecnologiche. In molti casi, in Italia c´è un ritardo anche inconcepibile: penso per esempio al WiMax, l´evoluzione del Wi-Fi, che in America e in diversi paesi del nord Europa sta già partendo mentre in Italia si è rimasti pesantemente indietro e devono essere addirittura ancora assegnate le frequenze».
In ogni caso ci vorrà tempo prima che il pubblico, in ogni parte del mondo, si abitui davvero e acquisisca familiarità con cinema e televisione sul telefonino. «Noi come Sony Pictures, quindi come fornitori di contenuti, siamo aperti al nuovo», commenta Ferrucci. «Con alcuni partner industriali abbiamo lanciato poco prima di Natale un nuovo formato di film, una specie di mini-mini-Dv da inserire in certi telefonini appositamente predisposti per vedere un film. Vedremo come andrà quest´esperimento, le cui premesse sono comunque buone».
E per la possibilità di scaricarsi i film direttamente da Internet sul cellulare? «La vedo un po´ più difficile, se non altro perché servirebbe più stabilità e più affidabilità sulla rete Umts, che invece in Italia è piena di falle per cui spesso cade la linea, il che come s´immagina è devastante se si sta scaricando qualcosa da Internet». Un po´ meno negativo il discorso sulla televisione: «Lì al limite anche se cade, si riaccende. Però non è molto invitante per un potenziale abbonato avere a che fare con linee ancora insufficienti. E´ questione di investimenti, e di priorità da parte dei provider. Noi siamo pronti, la tecnologia c´è».